Nel pieno della bufera per gli abusi sessuali compiuti da sacerdoti della Chiesa Cattolica, scoppia un nuovo caso, stavolta nei Boy Scout dAmerica.
Negli Stati Uniti un giudice di un tribunale dellOregon ha condannato lorganizzazione dei Boy Scout a pagare 18,5 milioni di dollari (pari a quasi quattordici milioni di euro) per la vicenda di un uomo che fu abusato sessualmente più volte negli anni 80 da un capo scout.
Si tratta di una sentenza solo parziale, perché il tribunale una settimana fa (il 13 aprile) aveva già risarcito la vittima - Kerry Lewis, che ora ha 38 anni - con oltre un milione di dollari per il dolore e la sofferenza patite. Lorganizzazione è stata multata perché, secondo i giudici di Portland, i capi Scout agirono in maniera negligente non proteggendo i «piccoli esploratori» da eventuali pedofili.
Timur Dykes, il Capo Truppa che oggi ha cinquantatré anni, era gia stato condannato per aver abusato sessualmente di minori, la gran parte scout. Nonostante ciò lorganizzazione lo lasciò a contatto con i ragazzini. Nel corso del processo la vittima, che fu abusata cinque volte allepoca in cui aveva 11 e 12 anni, ha sostenuto di non aver mai superato il trauma e di aver avuto problemi di salute mentale. Kerry Lewis ritiene colpa degli abusi subiti anche il basso rendimento scolastico avuto da giovane e il fatto di esser entrato nel tunnel della droga. Lewis inoltre ha sofferto di ansie e avuto difficoltà a creare e mantenere relazioni.
Ma il processo segna un punto di svolta anche per unaltra ragione. Gli Scout, la storica organizzazione statunitense che questanno celebra il suo centenario, sono stati costretti a consegnare al giudice i cosiddetti «archivi della perversione», larchivio di documenti segreti sugli abusi sessuali accaduti nel suo ambito. Gli avvocati sono riusciti a raccogliere centinaia di testimonianze di abusi compiuti tra il 1965 e il 1985 in seno ai Boy Scout americani, dimostrando che lorganizzazione non poteva essere alloscuro e provando la negligenza nel prevenire il ripetersi degli abusi.
Gli «archivi della perversione», come sono battezzati nel gergo interno i documenti, non erano mai stati resi pubblici: nel corso degli anni, lorganizzazione è stata chiamata in giudizio decine di volte, ma i casi erano sempre stati risolti in maniera extragiudiziaria. I cosiddetti «file della perversione» sono i verbali interni al corpo degli Scout sulle varie vicende a sfondo sessuale in cui è stato coinvolto il Corpo.
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