Bruxelles - Le perquisizioni di ieri in Belgio, in seguito a nuove denunce sui preti pedofili, hanno riguardato, oltre all’arcivescovado, anche la cripta della cattedrale Saint Rombout a Mechelen. La "violazione delle tombe" avvenuta in Belgio durante le perquisizioni a Bruxelles ha suscitato "sdegno" nella Segreteria di Stato vaticana, che, in una nota ufficiale, torna a condannare l’abuso di minori da parte di religiosi, esprimendo però "vivo stupore" per le modalità in cui sono avvenute le perquisizioni.
Le perquisizioni a Bruxelles Secondo diversi quotidiani belgi, i poliziotti sono scesi fino nella cripta alla ricerca di dossier sulla pedofilia che sarebbero stati nascosti nella tomba di un arcivescovo. Gli agenti avrebbero utilizzato anche martelli pneumatici, ma non sarebbe stato trovato alcun nascondiglio segreto. Secondo una fonte giudiziaria citata dal quotidiano De Morgen, le perquisizioni sono state fatte nell’ambito dell’inchiesta denominata "Operazione Chiesa". "Se dai dossier sequestrati dovesse emergere che alcuni ordini religiosi hanno impedito sistematicamente, per decenni, che i pedofili potessero essere giudicati, allora per la legge formerebbero un’organizzazione criminale. È complice anche chi aiuta a garantire l’impunità", ha indicato la fonte del De Morgen. La priorità del giudice Wim De Troy, che conduce l’inchiesta, scrive anche il quotidiano La Derniere Heure, è di stabilire se il comportamento della chiesa, "da più di venti anni", può costituire "complicità in senso penale".
Le accuse dei vescovi I vescovi del Belgio hanno preferito non commentare per la perquisizione subita ieri limitando la loro protesta ad un solo aspetto: il sequestro delle carte della "Commissione Adriaensses, per il trattamento degli abusi sessuali nel quadro di una relazione pastorale". E insieme allo stesso professor Peter Adriaensse "si rammaricano del fatto che, durante un’altra perquisizione, tutti i dossier di questa commissione sono stati sequestrati". "Questo fatto - sostengono i presuli - va contro il diritto alla riservatezza di cui devono beneficiare le vittime che hanno scelto di indirizzarsi a questa commissione". Secondo la Conferenza Episcopale del Belgio, "tale azione lede dunque gravemente il necessario ed eccellente lavoro di questa commissione".
Le nomine di Benedetto XVI Papa Benedetto XVI ha nominato vescovo di Bruges, monsignor Jozef De Kesel, finora vescovo di Bulna e ausiliare di Malines-Bruxelles, la diocesi da ieri oggetto di perquisizioni da parte della polizia belga nell’ambito di un’inchiesta su casi di pedofilia. De Kesel è stato chiamato a sostituire l’ex vescovo di Bruges Roger Vangheluwe, reo confesso di abusi le cui dimissioni sono state già accolte dal Papa. La nomina di De Kesel, che è stato anche ausiliare del cardinale Danneels, l’ex primate del Belgio in questi giorni indagato per il sospetto di avere occultato abusi su minori da parte di religiosi nella sua diocesi, è stata annunciata questa mattina dalla sala stampa vaticana.
La nomina di De Kesel De Kesel, 63 anni, nato a Gent, ha studiato filosofia e teologia ed è stato ordinato sacerdote nel 1972 nella stessa diocesi, dove ha a lungo insegnato in vari istituti religiosi. Eletto alla sede titolare di Bulna e nominato ausiliare di Malines-Bruxelles il 20 marzo 2002, ha ricevuto poco dopo l’incarico di vicario generale a Bruxelles. Nella Conferenza episcopale ricopre a tutt’oggi gli incarichi di responsabile della commissione interdiocesana per la pastorale liturgica fiamminga e francofona, e di delegato presso la Commissione degli episcopati della comunità europea (Comece). All’epoca della rinuncia per motivi di età da parte del card.
Godfried Danneels alla guida della diocesi di Malines-Bruxelles, avvenuta nel 2009, si era parlato di una possibile successione di De Kesel, ma, secondo indiscrezioni circolate a suo tempo, fu giudicato troppo "progressista" e comunque troppo in linea con il vescovo uscente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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