«Pedofilia, il problema sono i gay» È bufera per le parole di Bertone

«C’è una relazione tra omosessualità e pedofilia». Sono bastate poche parole, dette davanti ai microfoni e alle telecamere dei media cileni dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone, per gettare benzina sul fuoco già peraltro ben alimentato delle polemiche di questi giorni. Bertone, che com’è noto sta concludendo il suo lungo viaggio in Cile, ha dichiarato che non c’è alcun collegamento tra pedofilia e celibato, rispondendo così alle richieste di quanti - anche dentro la Chiesa - hanno preso spunto dagli scandali di questi giorni per chiedere che venga rimessa in discussione la regola ecclesiastica che proibisce l’ordinazione di uomini sposati. Ma ha anche rilanciato: «Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c’è relazione tra celibato e pedofilia, e invece molti altri hanno dimostrato - me lo hanno detto recentemente - che c’è una relazione tra omosessualità e pedofilia e là sta il problema». Le parole del cardinale, dette durante una conferenza stampa a Santiago del Cile durante la quale ha anche ricordato che il fenomeno della pedofilia «riguarda anche altre religioni», non sono passate inosservate.
A prendere innanzitutto le distanze sono stati politici cattolici cileni, del partito di governo e dell’opposizione. «Comprendo la buona fede delle dichiarazioni, ma sono generalizzazioni che non si fanno», ha sottolineato il senatore Juan Coloma, presidente dell’Unione democratica indipendente (Udi). Mentre il senatore Patricio Walker, della Democrazia cristiana cilena, ha precisato che la pedofilia è «un disordine mentale di indole sessuale» sia nel caso dell’omosessualità sia in quello dell’eterosessualità, definendo «sorprendenti» le parole del cardinale. Lo psichiatra cileno Sergio Canals ha aggiunto: «Non esiste un’equazione causa-effetto che sostenga il nesso omosessualità-pedofilia: ci sono persone eterosessuali che sono pedofile». Anche il movimento cileno per le minoranze sessuali ha contestato le parole del Segretario di Stato: «Non c’è alcuna ricerca scientifica seria e indipendente che indichi questo».
Molte le reazioni anche in Italia. A mettere in discussione il parallelo del «primo ministro» vaticano è il professor Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici (Aippc): «È una tesi senza fondamento, perché il pedofilo è attratto da soggetti pre-puberi, che non hanno sviluppato la sessualità, e quindi la pedofilia è una perversione che prescinde assolutamente dall’orientamento sessuale». Non a caso, continua Cantelmi, «dei 10mila pedofili accertati che ci sono in Italia, la maggior parte ha una vita “normale”, con famiglia e mostrano tendenze eterosessuali». Ma lo psichiatra dà anche una possibile interpretazione delle parole del cardinale, ipotizzando che in realtà egli intendesse riferirsi al fatto che spesso i casi segnalati di pedofilia del clero riguardano minorenni già sviluppati e quindi in quel caso non si può parlare di pedofilia in senso stretto ma di omosessualità.
Indignate le organizzazioni gay italiane.

Di «irreparabile indignazione» parla Anna Paola Concia, deputata del Pd: «È davvero sconfortante che ancora oggi eminenti rappresentanti della Chiesa cattolica si lascino andare ad analisi così grossolane, proponendo tesi sbagliate, dannose, smentite dall’Oms e non condivise dalla maggioranza dei cattolici».

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