Pedofilo filmava i bimbi sotto la doccia

I video nascosti in un armadietto. Nella casa di Milano trovate migliaia di immagini pornografiche di minorenni

Il testimone oculare ha solo sei anni. Ma ha visto bene e non si è inventato niente. Ha visto i suoi compagni di piscina infilarsi sotto la doccia: qualcuno col costume, qualcuno senza. Ha visto quel signore che, nella stanza delle docce, impugnava la telecamera e filmava tutti quanti. E siccome il testimone oculare ha solo sei anni ma è un bambino sveglio, è andato dritto filato ad avvisare i sorveglianti. È stato catturato così, lunedì pomeriggio, un pedofilo che aveva scelto come vittime della sua perversione da guardone i piccoli allievi della piscina della Snam a San Donato Milanese. L’uomo, che già nel 2002 era stato incriminato per una serie di reati simili e se l’era cavata patteggiando la pena, ha 37 anni, si chiama Luca Ricetti, è originario di Sondalo, in Valtellina, ma abita a Milano. La Procura ha disposto il suo arresto, questa mattina comparirà davanti al giudice delle direttissime che dovrà decidere se - almeno questa volta - ci sono le condizioni per tenere il pedofilo in galera: tenendo presente anche che nell’abitazione milanese di Ricetti, a Ponte Lambro, è stata trovata una collezione impressionante di foto pornografiche. Tutte, o quasi, avevano protagonisti minorenni.
L’impresa del pedofilo ha per teatro la piscina della Snam a San Donato, in via Caviaga. È il pomeriggio, i corsi di nuoto per bambini stanno finendo, le docce sono affollate. In quel momento, uno dei bambini si accorge che Ricetti sta riprendendo lui e i suoi amici intenti a lavarsi. Il piccolo non perde tempo, corre ad avvisare la mamma, poi insieme vanno dal personale della piscina. E tutti insieme tornano in doccia, dove l’implacabile piccolo testimone punta il dito contro Ricetti: «Eccolo, è lui».
L’uomo nega tutto, sia davanti agli inservienti che davanti ai carabinieri della compagnia di San Donato che arrivano poco dopo. «E poi dove sarebbe la videocamera?», dice. Per un po’ regna l’incertezza, il racconto del bambino è preciso ma non ci sono riscontri, nessun altro si è accorto di quanto accadeva. Il telefonino dell’uomo viene controllato, è un apparecchio in grado di registrare video ma non ci sono file salvati. Quando però dalla banca dati del ministero della Giustizia arriva la rivelazione che Ricetti è un pedofilo pregiudicato la Procura decide che è impossibile che il bambino si sia inventato tutto. E scatta la perquisizione della casa dell’uomo.
Qui arriva la conferma più esplicita. Nel computer i carabinieri trovano venticinquemila immagini assai esplicite. Pornografia, in larga parte infantile. Su un secondo computer, altri 120 gigabyte di memoria protetta da crittografia e password, che gli specialisti stanno cercando ancora di «forzare» per verificare il contenuto del pc. Nel frattempo, continuano anche le perquisizioni in piscina: perché se non si trovano le riprese effettuate sotto la doccia, arrestare l’uomo in flagrante si presenta comunque difficile.

La piscina viene battuta a tappeto, insieme ai carabinieri arriva anche la polizia locale di San Donato. Alla fine la pazienza viene premiata: da uno delle centinaia di armadietti, salta fuori la videocamera di Ricetti, con le immagini appena girate. E il pedofilo finisce in cella.

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