Nanni Scaglia
da Donington
È una pazza MotoGP: quello che sembrava sicuro la settimana precedente arriva nel GP successivo. In Olanda - appena sabato - Daniel Pedrosa sembrava un po' in difficoltà, al di là del terzo posto finale, quasi incapace di tenere il ritmo dei più forti piloti della classe regina. Ma a Donington, su una pista corta ma comunque tosta e impegnativa, il fenomeno spagnolo ha cominciato a dominare fin da venerdì mattina e la terza pole position stagionale non è che la normale conseguenza di una superiorità per il momento schiacciante. È vero che in gara non sempre vengono rispecchiati i valori delle prove, ma per quel che si è visto venerdì e sabato, Pedrosa questo GP di Gran Bretagna lo può solo perdere. Soltanto Casey Stoner - però ottavo e quindi costretto a scattare dalla terza fila - ha un ritmo simile, mentre gli italiani faticano: Marco Melandri e Loris Capirossi per condizioni fisiche ancora precarie, Valentino Rossi per una Yamaha di nuovo in difficoltà, dopo tre gare estremamente positive.
Eppure Melandri è terzo, migliore prestazione stagionale in prova, che gli permette di partire dalla prima fila, come non gli succedeva dall'ultima gara della passata stagione. «Voglio ringraziare la Clinica Mobile - dice il pilota della Honda, visibilmente affaticato -; se sono riuscito a tornare in prima fila, nonostante l'incidente di Barcellona, è anche merito loro». Ma per la gara Melandri non è così ottimista. «Sono finito, ho la testa molto stanca, mi sembra di aver fatto uno sforzo terribile, non semplici prove. Qui, se possibile, la situazione è ancora peggiore che ad Assen, perché nella parte finale del tracciato ci sono frenate molto violente: un disastro per il mio polso e la mia clavicola destra infortunati. Pedrosa e Stoner hanno una marcia in più, io spero di giocarmela con gli altri».
Viste le sue condizioni fisiche, ipotizzare un podio per Marco è quasi un azzardo, così come per Loris Capirossi, quinto ma anche lui decisamente sotto tono, anche se in netto miglioramento rispetto al GP d'Olanda della scorsa settimana. «Venerdì è come se avessi fatto tredici al totocalcio - spiega il pilota della Ducati - a decidere di saltare il turno delle prove pomeridiane, perché ho potuto recuperare un po' di forze. Fosse stato per me, avrei disputato solo le ufficiali, invece ho dovuto scendere in pista anche nei sessanta minuti mattutini, per cercare la giusta messa a punto della moto. Siamo messi abbastanza bene, ma purtroppo le mie condizioni continuano a essere critiche e dopo pochi giri non riesco più a guidare come vorrei. Sicuramente non farò parte del gruppo dei migliori, mi mancano ancora quattro, cinque decimi rispetto ai più forti. Ma il mio obiettivo è finire la gara, e bene, combattendo al massimo». È sicuro che lo farà, così come Melandri, che nel warm up proverà anche a bilanciare meglio la sua Honda, per annullare un po' dello svantaggio nei confronti di Pedrosa.
Decisamente, comunque, non è un periodo fortunato per i piloti italiani, perché si è infortunato anche Michel Fabrizio, chiamato dal team Gresini a sostituire Toni Elias, che a sua volta si era fatto male in Olanda. Fabrizio, 22 anni, di Frascati, buon pilota della SBK, aveva l'occasione della vita, ma dopo pochi minuti dall'inizio delle prove libere è caduto, fratturandosi la clavicola destra, già infortunata in passato. Così, piuttosto bruscamente, Michel si è svegliato dal sogno di disputare un GP con una Honda competitiva e sarà costretto ad assistere alla gara dal muretto dei box.
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