La Provincia di Milano dice «no» allinceneritore. Risultato? Tra quattro anni saremo invasi dai rifiuti. Attenzione, non è unesagerazione bensì un dato attendibile firmato dallAmsa, che di rifiuti se ne intende.
Scelta politica, quella della giunta guidata dal ds Filippo Penati, presa alla vigilia dello scorso Natale: allora, assente lassessore allAmbiente Bruna Brembilla, linquilino di Palazzo Isimbardi accettò in giunta tutti i diktat di Verdi e Rifondazione. Ultimatum che, nero su bianco, si ritrovano adesso nel piano provinciale dei rifiuti.
«Pur di difficile accettazione gli impianti di trattamento e di smaltimento rifiuti sono indispensabili» osserva il capogruppo di Fi Bruno Dapei: «Dati alla mano si scopre che il progetto del termovalorizzatore nel comune di Milano non serve solo alla città ma pure allintera Provincia. Ma lo si scopre offrendo al consiglio provinciale un piano con dati veri e non artificiosi come quelli messi insieme dagli uffici dellassessore Brembilla».
Già, i dati tecnico-economici del piano che definiscono i fabbisogni di smaltimento sono errati, «non è quindi possibile compiere le necessarie valutazioni in merito al rispetto dellautosufficienza regionale e sulla conseguente previsione di completamento impiantistico» osservano dalla Regione. Come dire: il documento della Provincia «presenta indicazioni eccessivamente indeterminate e sottodimensionate per i quantitativi di rifiuti da avviare a smaltimento» e, persino, «la Provincia dà indicazione di conferimento in discariche fuori provincia senza però fornire lindividuazione precisa dellimpianto o della sua ubicazione».
Appunti del Pirellone sul piano che sollevano preoccupazione, unitamente al nervo scoperto della discarica di Inzago: «La struttura è ormai realizzata e nel caso non venisse impiegata bisognerebbe risarcire limprenditore che, seguendo le vie legali, ha tutte la carte in regola per far partire limpianto» denuncia Dapei. Problema discarica che il consiglio provinciale di via Vivaio deve affrontare, con tanto di pronunciamento.
Temi caldi, inceneritore e discarica, che lassessore Brembilla affronta assicurando che «nei prossimi anni, la Provincia raggiungerà lautosufficienza con il modello delle 3R - riduzione, recupero e riutilizzo - di cui sono già esempio tutti i Comuni della nostra Provincia». Garanzia che «con il piano rifiuti provinciali, nei prossimi cinque anni, la Provincia riuscirà a contenere la produzione di rifiuti sotto il limite stabilito dalla legge». Obiettivo «irraggiungibile» chiosa An: «I milanesi con la scelta di Penati - quella di non realizzare il termovalorizzatore - sono puniti due volte. Una prima, perché Penati costringe i milanesi a vivere come i napoletani nellemergenza rifiuti e una seconda perché la non realizzazione sottrae 60 milioni di euro al capitale sociale di Amsa incorporata in Aem» fa sapere il capogruppo di An Gianfranco De Nicola.
Aspetti non marginali di un atteggiamento grave e inaccettabile per una Provincia che, annualmente, esporta 90mila tonnellate di rifiuti. Questione che Penati «dovrebbe affrontare con responsabilità e con una maggioranza coesa» butta là Dapei: «Condizioni che in via Vivaio non esistono».
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