Penati molla i suoi gregari e va in scia Cdl

Dapei (Fi): «Su Expo e Tem abbiamo evitato che tradisse i milanesi. Non è più in grado di governare»

Quell’astensione non l’ha gradita. Sa che la sinistra radicale gli tenderà nuovi agguati nell’aula di Palazzo Isimbardi. Ma fa sapere che, lui, «in un modo o nell’altro», va avanti. Messaggio inequivocabile, quello firmato da Filippo Penati. Risposta ai Verdi che gli suggeriscono «di collaborare di più con la sua maggioranza» mentre Rifondazione gli fa sapere che d’ora in poi, loro, non «accetteranno più di essere considerati come portatori d’acqua».
Ultimatum della cosa rossa, che lascia indifferente (o quasi) il presidente della Provincia. Anche dopo quelle sette e passa ore di discussione sul Cerba, il centro scientifico e di cura promosso da Umberto Veronesi, che sorgerà nel territorio del parco sud. Sa che, adesso, la maggioranza la può trovare «numericamente» in consiglio. Come dire: se mancano i voti di Rifondazione, Comunisti italiani, Verdi e Sinistra democratica c’è chi, al civico 1 di via Vivaio, non si tira indietro su temi strategici per i cittadini.
Sì, avete capito bene: Penati per uscire dall’impasse sa che Forza Italia e An non gli faranno mancare l’appoggio. «L’abbiamo già fatto» racconta Bruno Dapei, capogruppo azzurro: «Per la delibera di sostegno a Expo 2015 non aveva il voto della sinistra radicale e noi gli abbiamo dato i nostri nove voti. Lo stesso sul tema della sicurezza e o su Tem, la tangenziale est esterna di Milano, che il programma elettorale di Rifondazione aveva cassato dal pacchetto infrastrutture. Con senso di responsabilità, noi, abbiamo offerto un appoggio numerico in consiglio e questo ha evitato alla Provincia di Milano di non offrire le risposte reclamate dai milanesi». Certo, continua Dapei, «Penati era e resta un uomo della sinistra che non sa governare il cambiamento».
Il sostegno arriva pure da An che, martedì notte, ha votato per il Cerba come in passato anche su altri temi strategici: «Ma sempre osteggiando le scelte clientelari di una maggioranza in preda a nervosismi e ideologie» precisa Gianfranco De Nicola, capogruppo di Alleanza nazionale. Disponibilità della Casa della Libertà che spinge Rifondazione a reclamare una gestione condivisa al presidente Penati: «Siamo il 40 per cento della coalizione. Le sembra possibile che si possano scegliere gli impegni, confezionare proposte e portarle in consiglio senza il confronto? Pensiamo sia normale non essere considerati portatori d’acqua? O una maggioranza è così, oppure una maggioranza non c’è e allora si va al voto».
Sfida della sinistra a cui Penati non solo risponde trovando i voti che gli servono nel centrodestra ma pure garantendo che «si apre una fase di riflessione politica» perché, lui, vuole aver «ben chiaro come mai su temi così importanti non c’è il sostegno pieno da parte della maggioranza».


Verifica che, chiosa Roberto Caputo, capogruppo Sdi, deve però essere «puntuale, rigorosa, approfondita e esaustiva»: «Da troppi mesi la maggioranza è preda di fibrillazioni, veti contrapposti e scelte egoistiche. Davvero troppo se si vuole continuare l’importante esperienza, unica nel Nord, di Palazzo Isimbardi».

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