Gianandrea Zagato
Cuore e responsabilità: due sostantivi che il Comune di Milano declina allunisono. LAlto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ne prende atto e lo mette nero su bianco in una lettera di ringraziamento per il gesto e per la soluzione umanitaria offerta da Palazzo Isimbardi ai duecento «rifugiati» politici sgomberati dal palazzo di via Lecco. Applausi allo stile ambrosiano che, adesso, pure la Provincia di Milano vorrebbe conquistare. Come? «Stiamo pensando di costruire nel 2006 un centro di accoglienza a Milano. Sarà una delle priorità del bilancio: è un impegno che mi assumo con i milanesi» dice Filippo Penati, che definisce «strettissimi» i tempi delloperazione.
Ma il diessino alla guida dellamministrazione provinciale guarda anche al presente, «fino al 10 gennaio cè tempo per una verifica delle iniziative in campo» dopo che «la Provincia ha fatto un gesto umanitario doveroso aprendo le sue porte per evitare ai profughi una seconda notte al gelo». Come dire: «Lamministrazione provinciale è pronta a fare la sua parte in collaborazione con il Comune e la Prefettura affinché nei prossimi giorni si possano individuare soluzioni che siano in grado di far superare la fase emergenziale».
«Soluzioni» che, quindi, non escludono luso di stabili, scolastici e non, di proprietà di via Vivaio mentre è «in fase di restituzione» al Comune la scuola di via Saponaro, concessa in comodato duso alla Provincia.
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