Sangue freddo e assoluta fiducia nel ricorso. Nel quartier generale del Pdl non prendono nemmeno in considerazione lipotesi che la lista Formigoni possa non correre alle prossime regionali. «Nessun problema, le firme valide che abbiamo presentato sono più che sufficienti», assicura Mario Mauro, leurodeputato responsabile della campagna elettorale del governatore, replicando alla decisione dei giudici di Milano. «Abbiamo già verificato - assicura - che più sentenze del Consiglio di Stato rendono irrilevanti e non più necessarie alcune specifiche che invece la corte di appello di Milano ha ritenuto indispensabili. Il numero di firme valide da noi presentato è dunque largamente superiore al necessario. Stiamo perfezionando - conclude Mauro - il ricorso e la Corte dAppello non potrà che accettarlo». È «un dato clamoroso», la reazione del candidato del centrosinistra Filippo Penati. Ma aggiunge che «la legge è uguale per tutti» e di aver dato mandato a un pool di giuristi di vigilare «affinché non vengano cambiate le carte in tavola».
Preoccupato, anzi incredulo Umberto Bossi. Che a Roma, passeggiando nel Transatlantico di Montecitorio, non nasconde tutta la sua irritazione. «Ma come si fa a sbagliare a portare le liste elettorali?», si scalda. Colpa di un singolo? «Può essere tutto». Ma ci può essere stata malafede? «Su questo non rispondo» e la chiude lì. I conti, fa capire, lì farà con Silvio Berlusconi. Una secchiata dacqua sul fuoco arriva da Roberto Calderoli, leghista e ministro per la Semplificazione legislativa al quale. «In Lombardia - dice - sembra si stia risolvendo. Credo fossero problemi di timbri, ma la lista dovrebbe essere riammessa». Sempre da Roma, a Formigoni arriva anche la solidarietà del sindaco Gianni Alemanno che parla anche del caso Milano durante la maratona oratoria organizzata per chiedere la riammissione dei candidati del Pdl nel Lazio. «Trovo inquietante lidea che Formigoni non possa partecipare alle elezioni della Lombardia per un altro cavillo formale posto da chi doveva accettare le liste».
Contrariato, ma non certo disperato un diretto concorrente allo scranno da governatore. «Il Pdl faccia il ricorso - spiega Savino Pezzotta in corsa per lUdc - Io preferisco una competizione in cui si cerca di ottenere voto su voto, però noi abbiamo rispettato le regole e la legge vale per tutti». Fair play da Pier Ferdinando Casini. «Noi siamo per la competitività - assicura -, siamo perché tutti i candidati, a partire da Formigoni, possano essere sottoposti al giudizio degli elettori. Naturalmente siamo, con molta serenità, per il rispetto delle regole. Ci sono leggi, ci sono norme, la prima questione morale è applicare le norme in modo serio per tutti.
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