Politica

Pensioni d’invalidità una su due al Sud Il 50% in più del Nord

Mai dare nulla per scontato. Regola aurea che aiuta a sorprenderci anche quando, forse, ci sarebbe poco da sorprenderci. Perché, scorrendo le pagine della Relazione generale 2008 sullo stato economico del Paese, redatta dal ministero dell'Economia, in effetti colpiscono l’immaginario collettivo i dati sulle pensioni di invalidità distribuite in Italia. Dati che, una volta di più, confermano che la realtà supera la fantasia. E persino i luoghi comuni.
Bene, anzi male, perché che cosa emerge da questa ragnatela di numeri, statistiche e grafici messi insieme dai contabili ministeriali?
Che sono due milioni e centomila gli invalidi in Italia, adeguatamente sostentati da una pensione, e che, sostanzialmente, uno su due di questi invalidi è residente al Sud. Già perché, rispetto ad una media nazionale di 3,58 pensionati ogni 100 abitanti, al Nord le pensioni erogate sono 2,91 ogni 100 abitanti, al Centro 3,73 e al Sud 4,39. Curioso notare, come altro dato di una certa rilevanza, che la maggior concentrazione di invalidi in possesso di regolare assegno mensile, in rapporto alla popolazione residente è l'Umbria (5,48 per 100 abitanti). Tutt’altro che trascurabile anche la somma complessiva che lo Stato ha destinato nel 2008 agli assegni di invalidità civile: 12,5 miliardi di euro. Considerando i trattamenti erogati al primo gennaio 2008, il ministero dell'Economia mette in evidenza un numero relativamente maggiore di prestazioni in tutte le regioni del Sud (in particolare Sardegna, Calabria, Campania e Abruzzo) rispetto alle regioni del Centro-Nord.
Analogamente nelle regioni del Nord, la Liguria presenta un valore decisamente «significativo» pari a 4,10. Le prestazioni di invalidità erogate al Nord sono 787.837 che, tradotte in quattrini, significano un importo complessivo di 4,7 miliardi di euro, mentre al Centro si scende a 435.657 per 2,6 miliardi di euro. Al Sud appunto si trovano tutti i restanti invalidi civili: 913.584 a cui vanno 5,2 miliardi di euro. Per la cronaca l’importo medio mensile di una pensione di invalidità, che consente ai cittadini inabili al lavoro di avere comunque un sostentamento, è stato nel 2008 di 449,57 euro e il numero totale delle prestazioni è stato di 2.137.078.
Questa strana geografia dell’assistenzialismo statale che conduce dritti in alcune zone d'Italia saltandone altre a piè pari, certamente fa pensare e induce il Tesoro a sottolineare, con un giro di prudenti parole, che «nonostante i numerosi interventi normativi la materia necessita ancora di un riordino complessivo, in particolare per quanto riguarda la definizione degli interventi, le modalità di accertamento e di verifica». Per capirci, quindi, ciò che stiamo domandandoci noi tutti se lo domandano ovviamente anche il ministero e l'Inps. Che, non a caso da tempo ha intensificato i controlli nel settore (solo quest’anno sono infatti già state revocate, secondo dati di metà anno, circa 7.000 prestazioni erogate indebitamente). E la domanda naturalmente è una e una soltanto: tutti coloro che stanno incassando la pensione di invalidità civile sono effettivamente invalidi o, al contrario, sono «invalidi» tra virgolette?
Non è una domanda propriamente oziosa se passiamo in rassegna le illuminanti cronache che ci giungono soltanto del passato più recente. C'è solo l'imbarazzo della scelta: dai ciechi trovati alla guida di automobili, ai musicisti sordi, dalle famiglie con tutti i componenti invalidi ai miracolati. Vogliamo ricordare alcuni dei più esemplari casi di falsi invalidi incappati nella rete della giustizia solo per alcune imperdonabili «distrazioni»? Ricordiamoli. A Montesilvano, provincia di Pescara, un pensionato si fingeva cieco per arrotondare le entrate ma è stato visto dai carabinieri mentre si faceva indicare la strada su una cartina. A Milano un altro falso cieco è stato scoperto dalla Guardia di Finanza perché, dopo aver tanto faticato per farsi riconoscere la sua infermità e aver conquistato finalmente il tanto sospirato assegno mensile, ha deciso di lanciarsi e di fare l'esame per la patente di guida. A Napoli un'intera famiglia, composta da sedici persone, percepiva altrettanti assegni di invalidità. Peccato che fossero tutti così poco «sani» da venir sorpresi a passeggiare tranquillamente senza alcun handicap per le vie della città. A Cassino, in provincia di Frosinone, gli investigatori invece qualche tempo fa scoprirono un pensionato di invalidità, che risultava sordo ma che allo stesso tempo continuava a suonare con una banda musicale. Ad Acireale (Catania) una invalida al 68 per cento aveva presentato un certificato di sana e robusta costituzione per ottenere il porto d'armi. Di qualche anno fa infine uno dei casi tra i più curiosi. Un perugino era stato indagato come falso invalido, perché considerato cieco ed invece fu scoperto in perfetto possesso della vista, ma davanti al Gip si era difeso: «Sono solo un miracolato e la vista l'ho riacquistata dopo un viaggio a Lourdes».

Viaggio che, ma guarda i casi della vita (e della vista) il «miracolato» aveva fatto proprio il 13 dicembre, giorno dedicato a Santa Lucia, la protettrice dei non vedenti.

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