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Pensioni, emendamento su 40 anni di contributi Sacconi: "E' stato un refuso, lo cancelleremo"

Un emendamento avrebbe previsto per andare in pensione, dal 2016, più di 40 anni di contributi. Scoppia la polemica, altolà di Cisl e Cgil. Poi Sacconi chiarisce: "E' stato un refuso: non era intenzione né mia, né di Tremonti né di Azzollini. Sarà cancellato"

Pensioni, emendamento su 40 anni di contributi 
Sacconi: "E' stato un refuso, lo cancelleremo"

Roma - La norma che prevede dal 2016 l’aggiornamento del requisito di 40 anni di contribuzione all’incremento della speranza di vita calcolata dall’Istat "è stato un refuso: non era intenzione né mia, né di Tremonti né di Azzollini. Sarà cancellato". È quanto ha affermato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, a margine dei lavori della commissione Bilancio del Senato, dove si è recato proprio per riferire l’intenzione del governo di modificare la norma.

L'emendamento Per andare in pensione, dal 2016, non sarebbero bastati più i 40 anni di contributi. È quanto avrebbe previsto l’emendamento del relatore alla manovra. La novità sarebbe stata una conseguenza delle misure che prevedono che dal primo gennaio 2016 scatti l’adeguamento fra l’età pensionabile e la speranza di vita calcolata dall’Istat e si somma agli effetti analoghi prodotti dall’introduzione della cosiddetta ’finestra mobilè prevista dalla manovra.

Quarant'anni di contributi In attuazione - si legge nell’emendamento - del decreto legge dello scorso anno che già interveniva sul fronte previdenziale si stabilisce che "a decorrere dal primo gennaio 2016 i requisiti di età e i valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva e il requisito contributivo di 40 anni ai fini del conseguimento del diritto all’accesso al pensionamento indipendentemente dall’età anagrafica sono aggiornati a cadenza triennale con decreto direttoriale del ministero del lavoro di concerto con il ministero dell’economia da emanarsi almeno dodici mesi prima della data di decorrenza di ogni aggiornamento".

Bonanni: "No a ulteriori penalizzazioni" Altolà della Cisl all’emendamento sull’innalzamento del requisito dei 40 anni di contributi per andare in pensione. "AI lavoratori che hanno già raggiunto 40 anni di contribuzione con la manovra correttiva è stato chiesto un sacrificio enorme, applicando anche a loro la finestra scorrevole di 12 mesi. Ora è necessario evitare che debbano subire, dopo il 2015, ulteriori penalizzazioni", ha dichiarato il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni, commentando l’emendamento presentato dal Relatore , Antonio Azzolini alla manovra. "L’applicazione del meccanismo automatico che dal 2015 lega il differimento dei requisiti pensionistici all’aumentata aspettativa di vita non può e non deve riguardare anche i lavoratori che hanno già 40 anni di contributi, che in molti casi hanno iniziato a lavorare in giovane età e che, quindi, hanno diritto a continuare ad accedere al pensionamento indipendentemente dall’età anagrafica".
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