Roma - Dal 2008 in pensione a 58 anni e coefficienti di calcolo dei rendimenti congelati per alcune categorie di lavoratori. Sarebbero queste le proposte che si accinge a fare il governo al tavolo con i sindacati il prossimo 9 maggio quando si discuterà di pensioni e di welfare a palazzo Chigi. Secondo quanto apprende l’Agi da fonti del dicastero di via Veneto, si starebbe approntando un documento da sottoporre al vaglio delle parti sociali nel quale verrebbero in sostanza proposte nuove scadenze. Per lo scalone l’esecutivo suggerirebbe di andare in pensione dal 2008 non con 60 anni di età come attualmente previsto ma con 58 anni e crescendo di un anno l’età pensionabile ogni 18 mesi: in questo modo, si arriverebbe a 62 anni nel 2014.
In pratica, il 1 gennaio prossimo si andrebbe in pensione a 58 anni, il 1 luglio 2009 a 59, il 1 gennaio 2011 a 60 anni e, via via, il 1 luglio 2012 a 61 anni e il 1 gennaio 2014 a 62 anni. Nello stesso tempo, i coefficienti di trasformazione verrebbero rivisti nella misura del 6% ma esentando alcune categorie, ossia i pensionati con i redditi più bassi, le donne e chi ha maturato la pensione solo con i contributi. Non è escluso che la revisione dei coefficienti possa partire solo dal 2009. Ma sul piatto, il governo è pronto anche a mettere più risorse per gli ammortizzatori sociali, prevedendo l’innalzamento dell’indennità di disoccupazione con il vincolo che il beneficiario si faccia parte attiva nella ricerca di un nuovo impiego.
Prevista inoltre l’unificazione della Cig con quella straordinaria, estendendo questo
strumento anche alle imprese al di sotto dei 15 dipendenti. In particolare, le misure del welfare dovrebbero essere varate entro l’estate: ed infatti, il Governo punterebbe a concludere il confronto entro il mese di giugno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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