da Roma
Se esistessero le bacchette magiche, Padoa-Schioppa ne potrebbe avere una chiusa nel cassetto. LItalia ha fornito a Bruxelles il Programma di Stabilità, cioè il documento che indica alla Commissione europea il percorso della finanza pubblica dei prossimi anni. Nel Programma cè scritto che il rapporto deficit-Pil di questanno sarà al 5,7%. Quello del 2007 al 2,8%. La metà esatta. Nemmeno nel 92, nemmeno per centrare lingresso nella Moneta unica, il Paese riuscì a dimezzare il deficit da un anno allaltro. Eppure questi sono i numeri contenuti nel Programma di stabilità.
A Bruxelles, però, alle bacchette magiche credono poco. Così, la commissione Ue ricorda al governo gli impegni assunti per la cosiddetta fase due (sempre più voluta da Fassino e sempre meno da Prodi). Vale a dire che si aspetta dal governo che a gennaio introduca «una piena attuazione della riforma delle pensioni e il rafforzamento delle misure cruciali per limitare laumento della spesa pubblica», sanitaria soprattutto. Insomma, chiede che gli interventi in materia previdenziale rafforzino la riforma Maroni-Tremonti. Rifondazione va in direzione opposta. E Franco Giordano avverte: la riforma solo con il consenso dei lavoratori.
Programma di stabilità. In economia, ovviamente, le bacchette magiche non esistono. Nel documento inviato a Bruxelles, il governo spiega che il deficit di questanno sale al 5,7% a causa della sentenza Ue sullindeducibilità dellIva sulle auto di servizio e per lappesantimento in un solo anno, il 2006, dei costi delle emissioni di Infrastrutture Spa, emissioni varate per finanziare gli investimenti delle Fs. Due interventi una tantum che non valgono - alla luce del Patto di stabilità - per il calcolo reale del deficit di questanno, in quanto destinati a non ripetersi nel 2007. Così, il deficit tendenziale del prossimo anno resta al 3,8%, così per portarlo al 2,8% bastano i 15 miliardi di correzione previsti dalla Finanziaria.
Con un particolare. Il valore del dimezzamento del deficit fra il 2006 e il 2007 coincide con la manovra in discussione in Parlamento migliorata però delle maggiori entrate (+ 33,8 miliardi, di cui 25 strutturali) annunciate da Visco in Parlamento. Una pura coincidenza che contribuisce però al miglioramento del profilo dei conti pubblici dei prossimi anni. Ma che fa emergere il gettito aggiuntivo sempre nascosto ai conti pubblici. Al punto che il deficit del 2009 scenderà spontaneamente al 2,9%, ma visto che il governo vuol farlo scendere al 2,2%, servirà unaltra manovra da 10,5 miliardi di euro.
Pensioni. Con singolare tempismo, i dati del Programma di stabilità si sono sovrapposti allallarme della Commissione europea sulla spesa pubblica italiana. In particolare, di quella previdenziale e sanitaria. La Commissione europea infatti giudica «cruciale la piena attuazione della riforma delle pensioni ora allo studio per limitare gli aumenti della spesa legati allinvecchiamento della popolazione». In più, Bruxelles ritiene «causa di preoccupazione i continui ritardi per la revisione dei coefficienti statistici con le aspettative di vita».
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