Il capo degli Stati maggiori congiunti, lammiraglio Mike Mullen, sposa in pieno lidea del presidente Barack Obama di abolire il divieto di ingresso nelle forze armate ai gay: «È la cosa giusta da fare», ha detto ieri durante unaudizione al Senato. Il leader americano aveva ribadito durante il suo recente discorso sullo Stato dellUnione la sua intenzione di superare la politica clintoniana del «dont ask, dont tell». Questa, a metà degli anni Novanta, aveva empiricamente aggirato la messa al bando degli omosessuali nellesercito, vietando ai reclutatori di chiedere lorientamento sessuale degli aspiranti militari, e a questi ultimi, di rivelarlo. Lanciando un nuovo programma per studiare la questione, il Pentagono ha annunciato una revisione che esaminerà gli effetti di un cambio delle politiche attuali assieme alla trasformazione di alcune regole interne riguardanti i benefici militari e le facilitazioni che possono essere necessarie per permettere agli omosessuali di servire apertamente nelle forze armate americane. Lintero processo potrebbe durare anche un anno e quasi sicuramente creerà polemiche. Lammiraglio Mullen ha detto: «Parlando per me, e solo per me, credo che permettere a gay e lesbiche di servire apertamente nellesercito sarebbe la cosa giusta da fare».
Lattuale capo degli Stati maggiori congiunti è il primo militare in quella posizione ad appoggiare labolizione del divieto e a spingere per un cambio delle politiche esistenti. Il suo predecessore, il generale Peter Pace, si era opposto pubblicamene allabolizione e aveva definito lomosessualità «immorale».Il Pentagono apre ai gay: «Potranno arruolarsi»»
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