nostri inviati a Potenza
Un pentito «protetto» oltre le sue stesse aspettative. Le accuse che minavano la sua credibilità di dichiarante congelate per anni. Fino a quando gli stessi magistrati che si erano «distratti» sulle denunce pendenti si riscoprono così zelanti da volerlo addirittura arrestare. Nel lungo verbale dellaudizione al Csm, a marzo scorso, del procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, cè spazio anche per la storia di Gennaro Cappiello, ex collaboratore di giustizia. Aveva accusato il marito della pm potentina (poi trasferita proprio dal Csm) Felicia Genovese di essere il mandante di un duplice omicidio. Ma il caso, girato alla procura di Salerno, finì archiviato. E Cappiello denunciato per calunnia.
«Questo ex collaboratore - racconta Tufano a Palazzo dei Marescialli - era denunziato per calunnia dal 1999. È stato coperto per quattro anni, è stato iscritto solo quattro anni dopo. E questo - prosegue il Pg - è stato fatto appositamente per continuare a conferire a questo ex collaboratore unattendibilità che veniva bruciata dal fatto che fosse indagato per calunnia». Lepisodio, per Tufano, è lepicentro delle guerre interne al palazzo di giustizia potentino. «Cappiello - schematizza il Pg - accusa; Montemurro e Galante, che erano codelegati, tengono la cosa ferma per quattro anni. Poi Cappiello mi fa un esposto per chiedere se ci fosse ancora quella pendenza a suo carico. Io vado a verificare e non cera liscrizione, ma cerano le querele del 99.
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