da Roma
Sì allinsegnamento nelle scuole di tutte le religioni, ma a patto che ci sia reciprocità. È questo ciò che chiedono alla Chiesa, dopo le aperture allora di religione islamica in classe del cardinale Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, i politici cattolici della Casa delle libertà. I laici dellUnione hanno apprezzato le parole del cardinale, lIslam moderato non è pienamente entusiasta e suggerisce invece lora «delle religioni» per evitare ghettizzazioni, mentre nella Cdl, la Lega non esita a dirsi palesemente contraria allidea dellIslam insegnato ai bambini a scuola. An e Udc sono daccordo con Martino, ma attenzione, avvertono sia il presidente del senato Marcello Pera che quello della Camera Pierferdinando Casini: «Il rispetto reciproco è alle fondamenta di qualsiasi dialogo», sostiene Pera. Il presidente del Senato dal suo sito web www.marcellopera.it definisce «inaspettato» lintervento del cardinale. Secondo Pera il cardinale «è tornato su una sua vecchia idea dicendo che se attendiamo la reciprocità nei Paesi rispettivi dove ci sono cristiani, allora ci dovremmo mettere sullo stesso piano di quelli che negano questa possibilità, lasciando intendere, se non sbaglio, che tanto vale non chiederla nemmeno la reciprocità. Cè da chiedersi: come è possibile invocare ad ogni momento il dialogo e appellarsi continuamente allIslam moderato se poi al dialogo non si chiede di essere reciproco e lIslam moderato viene tenuto nella stessa considerazione di quello radicale?». Uno Stato laico «rispetta Dio e le religioni e deve consentire di professarle con un principio di reciprocità - spiega Casini -. Credo che le affermazioni della Chiesa, più che essere contraddette, debbano essere verificate e discusse». Questa considerazione è una risposta allattacco di Emma Bonino: «Bisogna superare la logica del Concordato, non estenderne il modello a tutte le religioni, grandi e piccole», sostiene la leader radicale, che condanna limpostazione di uno «Stato fondato sulle religioni».
Ma le perlessità più forti arrivano dalla Lega. La proposta di Martino è «uno dei deleteri effetti della Consulta», sostiene il ministro della Giustizia Roberto Castelli, mentre il compagno di partito Roberto Calderoli, chiede piuttosto il «diritto alla vita» per i cattolici che vivono in Paesi islamici. Anche Alessandra Mussolini si dice contraria, «visto che noi - sostiene - nei Paesi islamici non possiamo farci il segno della croce altrimenti rischiamo che ci taglino la testa».
Daccordo con il cardinal Martino invece Riccardo Pedrizzi di An e Luca Volontè (Udc): «Il cardinal Martino e la Chiesa Cattolica sono rimasti - dice Volontè - gli unici a difendere la libertà religiosa in tutti i Paesi, compresi quelli islamici». «Proprio perché siamo a favore dellora facoltativa di religione cattolica - spiega invece lesponente di Alleanza nazionale - non siamo contrari all'ora facoltativa di religione islamica». Apprezza le parole di Martino Fausto Bertinotti, mentre Paolo Cento (Verdi), definisce «un atto di pluralismo culturale apprezzabile» lapertura del cardinale Martino.
LIslam moderato della Consulta islamica preferisce proporre invece una storia delle religioni. Proprio sul tema della Consulta è andata in scena ieri una polemica politica allinterno della maggioranza. Nel suo intervento sul sito marcellopera.it, il presidente del Senato ha chiarito che né lintervento di Martino né la posizione di neutralità del ministro dellInterno Beppe Pisanu sulla condanna alle posizioni integraliste da parte della maggioranza della Consulta aiutano lIslam moderato: «Ci si sarebbe aspettati - ha scritto Pera riferendosi a Pisanu ma senza citarlo - di veder salutare con speranza e soddisfazione latto di coraggio della Consulta islamica e di ascoltare parole di condanna per le posizioni integraliste dellUcoii. Invece da una nota ufficiale si apprende che il ministro tiene in eguale considerazione tutti i documenti acquisiti dalla Consulta.
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