Perché il cloud computing è tra le priorità delle aziende

Il cloud computing è un concetto che inizia a essere diffuso non solo tra chi si occupa di sistemi informativi (It), ma anche tra i responsabili di business. Cloud computing significa che programmi, capacità di elaborazione, spazi di archiviazione, servizi di sicurezza e altro ancora, invece che risiedere su hardware installato all'interno di un'azienda, sono erogati attraverso Internet (la «nuvola») da fornitori che mettono a disposizione queste risorse in modalità «as-a-service», facendole pagare in base al loro utilizzo.
Quali i vantaggi più evidenti per le aziende clienti? Sicuramente flessibilità dei costi, perché si riducono i costi fissi dell'It con lo spostamento verso una struttura di costi variabile, scalabilità, in quanto si può partire con volumi limitati per adattare poi le attività operative in funzione delle esigenze di business, l'adattabilità al mercato, in quanto il cloud agevola la prototipizzazione contribuendo a ridurre il time-to market.
Il cloud computing, questo non più «sconosciuto», è entrato tra le principali priorità di un buon numero di aziende italiane. «Secondo la società di analisi Idc - spiega Alessandra Brasca, di recente nominata Cloud Leader di Ibm Italia - il cloud si posiziona al secondo posto fra le prime dieci priorità per il 2012. Un sondaggio della società Gartner, invece, pone il cloud al terzo posto tra le priorità tecnologiche delle aziende livello globale, e addirittura al primo posto fra quelle delle imprese italiane. Le aziende hanno quindi iniziato a prendere in considerazione il cloud come elemento abilitante la trasformazione dell'It e l'innovazione del business.
L'adozione del cloud computing può aiutare le aziende nello sforzo di riprendersi dagli effetti della crisi economica? Secondo Alessandra Brasca, la risposta è positiva per un insieme di caratteristiche intrinseche a questo nuovo modello di erogazione dei servizi informatici. «Il cloud computing rende possibile la trasformazione e innovazione perché portando efficienza nell'It (mascherando la complessità e riducendo la rigidità e i costi associati ai sistemi informatici tradizionali) fornisce alle imprese la possibilità di ricercare nuove alternative di business per diversificarsi rispetto alla concorrenza. Adottando il cloud le aziende possono avere un modello It che abilita nuove proposizioni di valore da offrire al mercato (nuovi prodotti o servizi, nuovi clienti, con nuovi modelli di prezzi) e nuovi posizionamenti e relazioni nella “value chain” (quali attività dirette, quali demandate alla rete di business partners, quali relazioni con i fornitori). Le organizzazioni che riescono a usare la tecnologia per ricavare valore di business, approcciano il cloud in maniera strategica seguendo un percorso di adozione del cloud che è caratteristico per ogni singola organizzazione».
Il cloud computing viene proposto secondo diverse declinazioni. Le tre tipologie tra le quali è possibile scegliere sono cloud privato (sono ambienti basati sulla filosofia del cloud computing ma protetti da firewall aziendali, le cui risorse sono usufruite solo dagli utenti dell'azienda proprietaria), cloud pubblico (quelle residenti sulla «nuvola» e che offrono servizi standard a più utenti) e cloud ibrido (quelle che utilizzano servizi in parte di cloud privato e in parte di cloud pubblico). «Così come il percorso di adozione, anche il mix dei modelli realizzativi del cloud - spiega la manager di Ibm - varia da azienda ad azienda e, a tendere, il modello di riferimento sarà sicuramente quello ibrido, con accesso a servizi esterni eterogenei (infrastrutturali, applicativi e di business) “catalogo” forniti “on demand” su reti ad alte prestazioni. Il ruolo del responsabile dell'It passerà, quindi, da quello di Erogatore a quello di Orchestratore, in grado di ottenere sia la flessibilità e la facilità di adozione tipici dei servizi su cloud pubblico, con una governance e una gestione integrata dei servizi che garantisca l'interoperabilità tra i sistemi.

In questo contesto è molto importante la scelta dei partner, che devono essere in grado di supportare la definizione di un percorso di adozione e di individuare le priorità progettuali in linea con le priorità del business».

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