da Milano
Macché indignazione, macché scandalo. I vibratori fanno bene alla salute psichica e fisica. Parola di esperto che mastica a dovere il pianeta della sessuologia. «Perché i farmacisti si sorprendono? Non capisco davvero, i loro colleghi americani vendono questi prodotti da anni» dice Willy Pasini, docente di psichiatria e psicologia a Ginevra e autore di molti saggi sui problemi della coppia.
Ma che centrano i vibratori con le farmacie, professore?
«Centrano eccome. Da un punto di vista fisico innanzitutto: un vibratore aiuta la sindrome premestruale e poi, per le donne che non hanno un partner, mantiene la funzionalità dei muscoli perineali. È un articolo che rientra nella medicina del benessere che si sta sviluppando».
Dunque il vibratore ha una finalità sanitaria?
«Anche. Prendiamo una donna sola che ha voglia di fare sesso. Per la sua salute e per evitare il rischio Aids è sicuramente meno pericoloso usare il vibratore piuttosto che avere un rapporto con il primo che capita».
Quindi lei caldeggia la vendita in farmacia di questi prodotti?
«Soprattutto non ne farei una questione di principio. Il punto è un altro: questo oggetto non rientra nella cultura latina. Ma allestero la situazione è ben diversa».
Come in America?
«Esatto. Lì in farmacia si vendono vibratori di ogni genere, senza alcun tabù».
E le donne lo comprano?
«Altro che. A Montreal, dove ho insegnato, più della metà delle ragazze lavevano. A New York si trova in quasi ogni borsetta».
Qual è il target della donna che lo usa?
«Sono donne sole che non hanno necessariamente ogni sera o ogni mattina un rapporto con un uomo e questo oggetto fa parte della loro salute, del loro benessere. E usano il vibratore con disinvoltura. Li vendono molto carini, di forme varie. Sono oggetti allegri, igienici. Li chiamano sex toys».
Ma qui siamo in Italia...
«In una società ancora profondamente maschilista, dove non è accettato tutto quello che serve allorgasmo femminile in cui viene escluso luomo.
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