La gloria di Atene la conoscono tutti. Degli oracoli di Delfi si è sentito parlare. Che a Olimpia si celebrassero gare in onore di Zeus è ben noto. Ma pochi conoscono il santuario delleroe Anfiarao ad Oropo, dove i fedeli si addormentavano in attesa di un sogno che portasse salvezza e guarigione dalle malattie. E molti ignorano il mondo delle prostitute sacre che vivevano sullacropoli di Corinto, e offrivano il proprio corpo per maggior gloria di Afrodite. O i giochi misteriosi delle bambine ateniesi, che si travestivano da orsacchiotte in uno strano rito iniziatico, nella località di Brauron, vicino ad Atene, dove sorgeva un santuario di Artemide.
La piccola Grecia era in realtà un vasto continente, un arcipelago di città, ciascuno con i suoi santuari e i suoi culti, a volte bizzarri, spesso lontani da quella che ancora oggi è limmagine più diffusa del mondo greco. A portarci per mano attraverso i mille borghi della Grecia antica, lungo i sentieri del mito, è il libro Sulle orme degli dèi greci (Salerno, pagg. 350, euro 22), lultima opera di una grande studioso dellantichità, Pierre Lévêque, scomparso nel 2004. Quasi un testamento in cui Lévêque ha riversato, in uno stile semplice e accessibile, il frutto di anni di studi e consuetudine con la grecità. E anche una sorta di baedeker del mondo greco basato su unidea di fondo: la religione greca era essenzialmente una religione di luoghi; ogni luogo aveva le sue divinità, e ogni divinità aveva i suoi luoghi.
È un libro che fa giustizia, innanzitutto, dellimmagine un po monolitica che si tende ad avere della Grecia. Al massimo, lopinione comune riduce la complessa dinamica del mondo greco a una polarità (Atene contro Sparta), mentre la civiltà greca era frastagliata in localismi e periferie. Lévêque fa uscire dallo sfondo città importantissime come Corinto, una sorta di Marsiglia dellantichità, città portuale e spregiudicata, che esportava le sue ceramiche in tutto il Mediterraneo e che attirava i visitatori anche con le sue prostitute (sacre e profane). Non a caso, proprio a Corinto finiva il viaggio di Giasone, che secondo il mito era stato il primo uomo a costruire una nave e a violare le distese del mare, per andare in cerca del Vello doro. La storia di Giasone e Medea si interseca con i luoghi e i culti di Corinto. Era una storia misteriosa, che nellassassinio dei figli di Medea conservava forse il ricordo di arcaici sacrifici umani.
Ma basta spostarsi in luoghi più periferici per scoprire storie ancora più cruente e misteriose. Lévêque ci accompagna per esempio in Arcadia, ancora oggi una delle regioni più isolate e selvagge della Grecia, dove si celebrava il culto di Zeus Liceo. Il culto, come sempre accade, era legato a un mito, quello di Licaone, di cui si diceva che avesse servito agli dèi le viscere di un bambino mischiate a quelle di un animale sacrificale, e perciò sarebbe stato mutato in lupo. E da allora al tempio di Zeus Liceo succedevano cose strane. Gli uomini (come il pugile Damarco di Parrasia nellanno 400 a.C.) partecipavano ai riti sacrificali e poi diventavano lupi. Se per dieci anni non toccavano carne umana, potevano poi tornare alla loro natura originaria. Insomma, è la radice prima della leggenda dei licantropi: i greci stanno alle spalle anche di tanti film di Hollywood.
I luoghi in cui il libro ci porta sono molti: Lerna, dove Eracle avrebbe ucciso la mostruosa Idra dalle molte teste; Terapne, dove la bella Elena era venerata come una divinità. Oltre a Delfi, Delo, Micene. E, ovviamente, Atene. Lévêque rende conto anche dei recentissimi scavi avvenuti durante la costruzione della metropolitana ateniese e i lavori edilizi per le Olimpiadi. Con scoperte clamorose e commoventi, come la tomba comune e lelenco dei nomi dei soldati ateniesi caduti nella lunga guerra contro Sparta.
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