«Il pericolo alle Eolie è chi non rispetta le regole»

MessinaLa terra alle Eolie non trema più, ma prendono corpo le polemiche sul rispetto dei divieti per natanti e bagnanti nelle calette scavate alla base di dirupi scoscesi di Lipari e Vulcano. E rabbrividiscono gli albergatori e gli operatori turistici perché al calo di affluenza strettamente connesso alla crisi, si è registrato un meno 20 per cento di presenze in tutte e sette le isole Eolie, si aggiunge adesso la paura terremoti. Negli alberghi sono ancora disponibili stanze, non ci sono state partenze anticipate, ma sono arrivate le prime disdette. In campo a furor di popolo è sceso il presidente di Federalberghi delle Eolie, Crhistian Del Bono, che ha invitato i mass media a non spettacolarizzare quello che è accaduto per «evitare di infierire su una stagione turistica già magra di suo». Soddisfatto e raggiante il sindaco di Lipari: «I tecnici ci hanno rassicurato - ha commentato Mariano Bruno - non ci sono preoccupazioni. Quindi alle Eolie non solo si può restare ma si può continuare a venire. Non mettiamo la testa sotto la sabbia e le zone che devono essere interdette lo saranno, ma le Eolie sono sicure».
Ieri è stato il day after del terremoto, il momento della conta dei danni. In mattinata è arrivato il capo della protezione civile, Guido Bertolaso che dopo avere compiuto un sopralluogo nei luoghi interessati dalle due scosse di terremoto di magnitudo 4.5 e 2.3 (non ci sono stati feriti) ha lanciato l'allarme legato ai divieti delle zone ritenute off limits. «Mi pare che tutto sia sotto controllo - ha detto il sottosegretario Bertolaso - tutte le verifiche e le indagini sulla situazione sono già state avviate, ma mi risulta che in alcune zone dove ci sono state le frane c'erano dei divieti di navigazione e balneazione che però non sono stati rispettati. La prima cosa da fare per la sicurezza è osservare le norme per evitare rischi a turisti e bagnanti. Adesso vedremo come fare per fare applicare nel modo più pertinente questi divieti, che vanno fatti rispettare, altrimenti è inutile metterli». Non passa un'ora ed è lo stesso Bertolaso a toccare con mano come sia faticoso bloccare i natanti e bagnanti. Il capo della protezione civile è su una motovedetta della capitaneria di porto per compiere un sopralluogo lungo le coste a Lipari quando vede imbarcazioni ferme sulla spiaggia a ridosso di Prai Vinci, attigua ad una delle cale interessate dalle frane.
«Occorre insegnare alla persone ignoranti - commenta amaro il sottosegretario - il rispetto delle regole, e bisogna farlo da subito». A Lipari le regole non vengono rispettate neppure nell'altra cala interessata da una frana, quella di Valle Muria. Nel pomeriggio crollano altri pezzi di massi che si staccano dalla parete rocciosa. In zona c’è una motovedetta dei carabinieri, l'equipaggio nota i primi cedimenti e fa allontanare in tempo tutte le imbarcazioni presenti nella zona. Il nuovo smottamento è dovuto a una fase di assestamento della parete rocciosa, non a nuovi eventi sismici. I sismografi infatti da ieri non registrano movimenti.
A Lipari da ieri è operativo un gruppo tecnico del dipartimento della protezione civile regionale. Dodici, tra ingegneri e geologi, nelle prossime ore, provvederanno alla mappatura delle zone veramente a rischio nel perimetro della maggiore delle isole Eolie. Le forze dell'ordine e le autorità comunali provvederanno alla loro interdizione. Bertolaso prima di lasciare l'isola ha anche parlato della tutela del territorio come di un «problema nazionale».
«Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo - ha ricordato Bertolaso - si è attivamente impegnato contro il rischio idrogeologico: c'e' un miliardo di euro stanziato nell'ultima finanziaria.

Ora è necessario che quelli che debbono utilizzarli sappiano spendere in modo giusto queste somme». Alla riunione operativa hanno partecipato anche il presidente del Senato Renato Schifani e il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo.

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