«Pericolo amianto all’Ortomercato»

Il fax è partito martedì scorso. Dagli uffici della Procura, a quelli dell’Asl città di Milano. Poche righe con cui la magistratura invita i tecnici dell’Azienda sanitaria a «valutare se esistano fattori di rischio in relazione alla presenza di amianto (stoccato, usato come protezione o come coibente) all’interno della struttura dell’Ortomercato» e, nel caso, «considerare i pericoli legati alla dispersione di fibre di eternit», se «è stato redatto dagli organi competenti un documento di valutazione del rischio», e - infine - se «le misure attualmente adottate siano sufficienti a proteggere i lavoratori e i soggetti esterni» che frequentano la struttura. È un nuovo capitolo nell’inchiesta che il pubblico ministero Piero Basilone sta conducendo sulle aree mercatali di proprietà della So.Ge.M.I, la società per l’impianto e l’esercizio dei mercati annonari all’ingrosso di Milano. Oltre al lavoro nero, e alle infiltrazioni criminali emerse da un’altra indagine della direzione distrettuale antimafia, si apre su via Lombroso anche un fronte «sanitario».
La Procura, in altre parole, intende verificare eventuali inosservanze nell’applicazione della legge 626 del 1994 sui rischi di esposizione ad amianto, e sulle procedure riguardanti la manutenzione, rimozione, smaltimento di eternit, il trattamento dei rifiuti, la bonifica delle aree interessate, oltre alle potenziali contaminazioni dei prodotti che ogni giorno transitano nei capannoni sotto inchiesta. Nei prossimi giorni partiranno i primi sopralluoghi dei tecnici Asl, in realtà già da tempo a conoscenza della presenza di materiale pericoloso nell’Ortomercato.
L’ultimo documento di valutazione del rischio amianto, infatti, è stato redatto nel marzo del 2006, al termine di un censimento durato oltre un anno. Gli estensori del documento sono i tecnici della stessa So.Ge.M.I. In base a questa mappatura risultano finora bonificati materiali per un peso complessivo di oltre 4 tonnellate e mezzo (concentrati in particolare in quattro padiglioni) e rimosse coperture in amianto per una superficie di oltre 9mila metri quadri. Inoltre, si legge ancora nel documento, sono stati eseguite due campagne di monitoraggio delle fibre tossiche disperse nell’aria.

E le analisi - effettuate nei laboratori dell’Arpa - escludono che i quantitativi di microfibre superino i valori di sicurezza fissati per legge. «Dunque - assicura il presidente di So.Ge.M.I., Roberto Predolin - non esiste alcun rischio per la salute di chi opera in via Lombroso».

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