Pericolo giallo anche dietro i botti di Natale

Pericolo giallo anche dietro i botti di Natale

Marcello D’orta

Il 1° Gennaio di ogni anno, puntualmente, i telegiornali ci informano del numero di morti e di feriti causati dallo scoppio di fuochi artificiali, e puntualmente il record spetta a Napoli.
Il geometra Cardone, «uno di quei meridionali che parla benissimo dei napoletani quando sta a Milano e malissimo quando ritorna a Napoli», ora è a Napoli e si sfoga in un bar: «Dite quello che volete: ma i fuochi restano sempre una manifestazione d’inciviltà! Io adesso abito a Milano da quindici anni, ebbene mi dovete credere: ogni due gennaio provo vergogna a farmi vedere in giro. E già, perché puntualmente ogni due di gennaio c’è il titolo sul Corriere della Sera: «Un morto e 352 feriti a Napoli per i fuochi di mezzanotte». Ma come, dico io: noi abbiamo avuto le menti più illuminate dell’intera nazione, noi abbiamo avuto Giambattista Vico e Benedetto Croce, dico Giambattista Vico e Benedetto Croce, roba che al Nord se li sognano personaggi di questa statura, e poi ci dobbiamo sputtanare per quattro tric-trac e botte a muro!
Quest’anno, il 1° Gennaio potrebbe venire molto prima, e non a causa dell’incoscienza di qualche napoletano, bensì della scellerata messa in commercio di prodotti contraffatti cinesi, contraffatti e pericolosi.
Qualche giorno fa la Guardia di finanza di Ancona ha compiuto una vasta operazione sequestrando qualcosa come 20 milioni di oggetti made in China (ancora si scrive così): luci di Natale, addobbi, giocattoli con il marchio CE contraffatto, tutti di scadente qualità, e soprattutto a rischio sicurezza.
Solo di luci natalizie ne sono state ritirate 135.000, costruite con fili tanto fragili da rompersi alla semplice pressione delle dita, e tuttavia in grado di funzionare anche con i cavi scoperti. Centinaia di migliaia pure i giocattoli, molti dei quali così piccoli da poter essere ingeriti dai bambini. Se ad Ancona i pezzi sequestrati sono stati 20 milioni, fatte le debite proporzioni tra le città, a Napoli la Guardia di finanza dovrebbe sequestrarne un miliardo, quasi un pezzo per ogni cinese vivente.
I cinesi sanno benissimo che i napoletani vanno matti per le “botte”, e da qui a qualche settimana, il mercato del falso sarà invaso di bombarde, candele romane, cipolle, traccianti, vulcani di stelle, code colorate, sirene, razzi, tofe, scintille, bengala, multiple a dieci botte, luci abbaglianti, bombe di Maradona, bombe Osama, kamikaze falsi. È proprio il caso di dirlo: ci sarà un boom di fuochi artificiali.
Dal 1998, il mercato delle contraffazioni provenienti dall’Asia ha registrato un incremento del 930% (quando si parla di Cina, tutti i numeri sono giganti). Il cittadino sa bene che è reato acquistare merce falsificata, ma i prezzi notevolmente inferiori a quelli «originali» costituiscono comunque un’esca.

Il problema andrebbe combattuto - per usare uno stereotipo - alla radice, e la radice è che nel nostro Paese arriva gente di tutti i colori, razze e religioni, e fa quel che gli pare.
Il mussoliniano «pericolo giallo», a causa di governi imbelli, è diventato un virus aviario.

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