Cronache

«Pericu fa scappare le aziende»

Due in pochi giorni sono troppe e così il sottosegretario agli Affari regionali Alberto Gagliardi ieri ha deciso di ricordarle tutte, «le occasioni perse di Genova per colpa del suo sindaco, Giuseppe Pericu». La prima tegola era arrivata da Andreina Boero, presidente dell’omonima società, che ha annunciato che lo storico colorificio genovese trasferirà impianti e uffici da Molassana a Tortona, nel Basso Piemonte. L’altra è arrivata fresca fresca ieri e ha già messo in allarme i sindacati: L’Eni trasferisce a Roma la direzione logistica e tanti saluti a Genova. Ieri Pericu si è detto «molto meravigliato» di una decisione che ha definito «molto grave», poi ha attaccato: «Evidentemente Eni non mantiene fede alle promesse più volte manifestate di fare di Genova la base per le proprie attività di logistica». Dioce Pericu che con i rappresentanti delle altre istituzioni locali, chiederà un incontro ai vertici Eni «per sapere quali siano le prospettive per l’oggi e per il futuro». La prima risposta, ieri gli è arrivata da Gagliardi: «Prospettive? Basta guardare il caso Boero: la Giunta Pericu non ha saputo, per l’ennesima volta, gestire una emergenza e consentire che un’azienda sana, con fatturati sempre crescenti e con oltre duecento dipendenti si trasferisca fuori Genova». Una circostanza «molto negativa per l’economia cittadina» avverte l’azzurro, che avrebbe dovuto essere affrontata in modo ben diverso. tanto più che Boero «dopo la crescita aziendale e le acquisizioni di altri prestigiosi marchi avrebbe certamente accettato spazi idonei nella nostra città per incrementare la produzione e consolidare la leadership nel mercato italiano ed europeo. Non avendone ricevuta la possibilità deve per forza lasciare Genova».
Un’occasione persa sul piano della modernizzazione e della competitività, «per la mancanza di scelte strategiche da parte del sindaco e della giunta comunale». Il colorificio Boero, nato nel 1831, è una delle aziende più antiche di Genova. Dagli anni cinquanta in poi, sotto la guida di Mario Federico Boero, si è potenziato, tanto da diventare uno dei marchi più conosciuti e prestigiosi del settore e la “Boero Bartolomeo” venne quotata in borsa: «Mario Federico Boero, molto orgoglioso di essere genovese, imprenditore di successo e uomo politico assennato e prudente, che ha ricoperto per almeno ventanni incarichi pubblici quali l’assessorato ai Beni culturali in Comune, la vicepresidenza del Consiglio regionale e la presidenza del parco di Portofino non avrebbe certo gradito che la sua azienda per garantirsi un futuro fosse costretta a lasciare la sua città che tanto amava e per cui ha scritto, apprezzata dai critici, una storia di Genova».
Sottolinea Gagliardi che «questo episodio rappresenta l’ennesima sconfitta della Giunta Pericu e si aggiunge alle molte società che negli ultimi anni a Genova sono state ridimensionate o hanno cessato l'attività. Basta contarle, sono 33 le aziende che sono state ridimensionate o chiuse o che si sono trasferite.

L’elenco ci dimostra che l’unica attività che prospera, sotto la Lanterna, sono le cooperative rosse emiliane».

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