da Milano
Michele Perini, presidente della Fiera di Milano, è appena rientrato dalla Russia. Sviluppi per lattività espositiva?
«Stiamo lavorando in questo senso, anche se là i tedeschi sono molto forti. Hanno il vantaggio, a differenza di noi, di essere assistiti da finanziamenti pubblici».
La Fiera di Milano no?
«No. Siamo controllati dalla Fondazione ma la nostra attività è del tutto autonoma e gestita con soldi nostri. Altre fiere italiane che possono invece regalare gli spazi...».
Recentemente la Fondazione vi ha fatto comunque uno sconto sullaffitto.
«Risparmieremo 15,5 milioni di euro in quattro anni: è solo una piccola compensazione».
Ci sono premesse di collaborazione anche in altri Paesi?
«Linternazionalizzazione fa parte delle nostre strategie. Guardiamo alla Cina, allIndia. In Brasile tra un anno avvieremo manifestazioni cogestite con operatori locali».
Comè il bilancio chiuso il 30 giugno?
«In primavera avevamo rivisto delle previsioni ritenendo che la presenza delle imprese alle manifestazioni si sarebbe contratta, per effetto della crisi economica».
Non è stato così?
«Gli imprenditori sanno che proprio nei momenti di crisi si deve investire in promozione e comunicazione. Alcuni hanno ridotto gli spazi, ma non cè stata diminuzione di espositori».
Quindi, come saranno i ricavi?
«Migliori degli obiettivi rivisti, che erano di 253 milioni. Ma stiamo ancora chiudendo il bilancio, i dati ufficiali saranno diffusi a metà agosto».
Meno però dei 290 milioni dellesercizio precedente
«Sì, ma molte fiere biennali o triennali questanno non ci sono state. Per lanno prossimo prevediamo ricavi a quota 341 milioni, con un margine operativo di 58».
Una forte crescita.
«Entrerà a regime il nuovo polo, che darà un incremento del 35% della superficie totale vendibile agli espositori nei due quartieri».
Qualcuno dice che avrete troppi spazi e non riuscirete a venderli.
«I fatti lo smentiscono: a oggi abbiamo già prevenduto due milioni di metri quadrati per lesercizio 2005-2006. Il nuovo polo si può dire già riempito».
Ma sarà un anno «grasso». Non potete diluire diversamente il calendario per equilibrare le manifestazioni biennali?
«Cerchiamo di farlo, ma non dipende da noi, bensì dagli organizzatori che rispondono a esigenze di mercato.
Di recente lei è stato nominato consigliere dellIce. Ci sono sinergie con la Fiera?
«Non specifiche con Milano, ma con tutto il sistema delle fiere italiane, al quale lIstituto tiene moltissimo».
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