«Perizia a favore di Alberto? Per noi non cambia nulla»

MilanoUna perizia, l’ennesima, potrebbe dare spessore all’alibi di Alberto Stasi. Giuseppe Poggi, il papà di Chiara, non si scompone: «Per noi non cambia nulla. Non vogliamo commentare notizie ancora prive di fondamento», dice in un’intervista concessa al settimanale Gente. Anticipazioni, indiscrezioni rilanciate dai giornali, nuovi scenari. Alberto e Rita Poggi non partecipano a questa rincorsa continua e ragionano sui tempi lunghi. Come sempre: «A noi interessa solo la verità: sapere chi ha ucciso Chiara e perché».
I genitori della ragazza ammazzata il 13 agosto di due anni fa nella sua abitazione di Garlasco vogliono ancorare una volta per tutte le proprie convinzioni e le proprie lacrime ad una sentenza. Non possono esserci altre soluzioni. E il finale della vicenda è ancora aperto. Tante, troppe perizie ancora in svolgimento, molte certezze ballerine, un andirivieni di ipotesi, date e numeri che fanno a pugni. Meglio raffreddare gli animi ed esercitare la virtù della pazienza. Certo, il papà e la mamma di Chiara si sono progressivamente convinti che il fidanzato di Chiara non la raccontasse giusta. E hanno sposato la tesi della colpevolezza di Alberto. Ora, gli esperti spiegano che il giovane avrebbe acceso il suo computer alle 9.36 e l’avrebbe spento solo alle 12.20. Orari che scagionerebbero Alberto, perché il pm Rosa Muscio ha sempre collocato la morte di Chiara fra le 10.30 e le 12. Dopo la telefonata che da sempre è uno dei pochissimi punti fermi di questa storia: quella che Alberto riceve dai genitori sul fisso di casa alle dieci meno cinque.
Ma gli accertamenti sono ancora in corso, molti dati sono ancora fluidi, molte tessere devono ancora andare al loro posto. «Anche se queste indiscrezioni fossero confermate - spiega l’avvocato di parte civile, Gian Luigi Tizzoni - non vorrebbe dire nulla. Un computer portatile si può spostare ovunque. E fra l’altro la sera prima dell’omicidio, Stasi è andato proprio a casa della fidanzata con il pc per scaricare le foto delle vacanze». In realtà, Tizzoni non ha mai creduto fino in fondo alla tesi della morte di Chiara fra le 10.30 e mezzogiorno. E questo per la più banale delle ragioni: come mai Chiara disinserisce l’allarme di casa alle 9.10 e poi resta tappata nella villetta per ore, con le tapparelle abbassate e senza telefonare a nessuno? Una risposta potrebbe arrivare dalla nuova perizia che anticiperebbe il decesso verso le 10. In prossimità con quella finestra temporale di ventisei minuti, fra le 9.10 e le 9.36, che resta scoperta nell’alibi di Alberto. Ma sono solo ipotesi.


E ad aumentare la confusione, Gente sostiene che si starebbe pensando ad una riesumazione del corpo di Chiara. «Per carità, tutto è possibile - replica il professor Angelo Giarda, legale di Stasi - ma questa circostanza non mi risulta».

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