da Roma
«Da una parte cè una legge che impone di denunciare i clandestini, dallaltra una che dà loro la facoltà di sposarsi. La falla è evidente». Ettore Pirovano, senatore ma anche vicesindaco di Caravaggio, ritorna sul provvedimento preso nel suo Comune: unordinanza con la quale si impone di accettare richieste di matrimonio solo per gli stranieri che hanno il permesso di soggiorno.
Senatore Pirovano, come è nata questa misura?
«Per evitare la surrettizia regolarizzazione degli stranieri che con il matrimonio con un italiano acquisiscono la cittadinanza, mentre in condizioni normali a uno straniero occorrono dieci anni prima di ottenerla».
Questa iniziativa rischia di provocare uno scontro frontale con il Viminale?
«Noi non sposiamo chi non ha il permesso di soggiorno. Anzi, aspettiamo che un prefetto ci imponga di sposare un clandestino».
Altri comuni si sono interessati alla vostra iniziativa?
«Ci sono già sindaci nel Veneto, nel Bergamasco e nel Milanese che vogliono adottare ordinanze simili alla mia».
Lei definisce la norma di «tutela sociale». Perché?
«Perché molti anziani potrebbero essere raggirati con la promessa di sposare, magari dietro compenso, una giovane proveniente dallestero».
Prima le misure adottate a Cittadella, ora le vostre. Non temete laccusa di razzismo?
«Vogliamo solo che siano fissati requisiti seri per laccoglienza.
«Il permesso di soggiorno per sposarsi è una misura copiata da molti Comuni»
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