«Persepoli» in bianco e nero dipinge l’orgoglio iraniano

Il cartoon della Satrapi doppiato da Chiara Mastroianni e dalla Deneuve

da Cannes

Scrivere sui trent'anni l'autobiografia, seppure a fumetti, dice la forza di una personalità. Persepoli è il titolo di quella dell'iraniana Marjane Satrapi (Sperling & Kupfer), ragazza tonica come poche, forse anche perché è di sangue reale, discendendo dal sovrano iraniano spodestato dal padre dell'ultimo scià, Reza Pahlevi.
Apparse in quattro volumi, ora le storie della Satrapi sono diventate un film a cartoni animati da lei stessa diretto con Vincent Paronnaud, in bianco e nero essenzialmente, e costituiscono l'opera prima presentata ieri in concorso al Festival di Cannes. Marjane è del 1969; ha dunque dieci anni quando cade lo scià, undici quando l'Iran apre la sua fase libertaria, dodici quando Khomeini la chiude, una ventina quando gli studi la portano fuori dall'Iran fra Vienna e Parigi, dove ormai risiede (il film è classificato francese dal Festival).
Le voci dei personaggi sono di Chiara Mastroianni (Marjane), Catherine Deneuve (nel ruolo di madre di Marjane, oltre che madre di Chiara Mastroianni nella realtà) e Danielle Darrieux (la nonna). Più che inneggiare alla democrazia, Persepoli inneggia alla marjanocrazia (da bambina s'era scelta il ruolo di profeta di Dio). È una brava disegnatrice, una biografa di buona memoria e una donna di temperamento: il suo film lo rispecchia.
Anche se alla Repubblica islamica il libro non è piaciuto e il film non piacerà, essi fanno capire una realtà che in Europa di solito viene semplificata come lotta fra buoni filo occidentali e cattivi filo islamici. Persepoli non falsa la complessità di una cultura, dove anche chi combatte l'integralismo islamico è disposto a morire, perché la sua patria non sia invasa dagli americani e dagli inglesi, come quasi settant'anni fa. Affiora qui il perché anche chi aveva quattro quarti di nobiltà, ha preferito il comunismo all'occidentalismo colonialista. Del resto basterebbe ricordare la tenace resistenza iraniana durante la guerra con l'Irak (1980-1988).

E se questa è stata un comportamento collettivo, ci sono i tanti casi di comportamento individuale di resistenza a un potere che ha comunque sempre un largo seguito popolare. Marjane Satrapi e la sua opera conciliano in loro questi lati, apparentemente contraddittori e intimamente connessi.

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