
I punti chiave
Lo scorso marzo scoppiò lo scandalo “Sentebale”, ovvero una faida interna alla charity che il principe Harry fondò nel 2006 con il principe Seeiso del Lesotho. Le accuse di discriminazione travolsero il duca, che decise di abbandonare uno dei progetti a cui teneva di più e di certo il più riuscito oltre a quello degli Invictus Games. Alle dimissioni seguì un’indagine di quattro mesi ora arrivata a una conclusione che assolve Harry ma, nello stesso tempo, condanna tutte le parti in causa.
La questione “Sentebale”
“A malincuore ci dimettiamo dai nostri ruoli di patroni dell’organizzazione [Sentebale]”, dichiararono lo scorso 26 marzo il principe Harry e il principe Seeiso del Lesotho, citati da The Times. I due amici avevano fondato la charity per aiutare i giovani affetti da HIV e AIDS nell’Africa meridionale. Per il duca di Sussex era anche un modo tangibile di raccogliere l’eredità morale di Lady Diana e continuare la sua opera umanitaria.
Nella nota congiunta i principi specificarono di essersi “sentiti costretti” a lasciare “per prenderci cura dell’ente di beneficenza”. I problemi avrebbero avuto origine dall’arrivo, nel 2023, della nuova presidentessa dell’associazione, Sophie Chandauka, la quale, citata da Sky.com, affermò: “Ci sono persone in questo mondo che si comportano come se fossero al di sopra della Legge, maltrattano le persone e poi giocano la carta del vittimismo e usano la stampa che disprezzano per danneggiare le persone che hanno il coraggio di sfidare la loro condotta”, aggiungendo che la sua sarebbe “la storia di una donna che ha osato denunciare problemi di cattiva amministrazione, gestione debole, abuso di potere, bullismo, molestie, misoginia, misoginia verso le donne di colore…”.
Nei giorni successivi, in un’intervista al Sunday Morning di Sky, la Chandauka puntualizzò meglio le sue accuse: “La sola ragione per cui sono qui è perché a un certo punto, martedì, il principe Harry ha autorizzato la diffusione pubblica di una notizia dannosa, senza informare né me, né il mio direttore nazionale, né il mio direttore esecutivo”, mettendo in pericolo le “540 persone che lavorano nell’organizzazione Sentebale e sulle loro famiglie”.
Poi l’affondo in un’altra intervista sul Financial Times: con il suo atteggiamento il principe Harry, sottolineo la presidentessa, sarebbe diventato “un esempio di molestie e bullismo su vasta scala”. La Chandauka arrivò a parlare di “tossicità”, riferendosi al brand del duca, sostenendo che questi e il principe Seeiso avrebbero provocato la crisi interna a Sentebale allo scopo di presentarsi come due moderni paladini della giustizia e risolverla, prendendosi tutti i meriti. Va detto, però, che anche Sophie Chandauka è stata accusata di comportarsi da “tiranna”, come riportò il Daily Mail.
La vicenda non era per nulla chiara. Anzi, le accuse reciproche non facevano che confondere le acque già torbide. Così la Charity Commission for England and Wales avviò un’indagine per cercare di rimettere ogni tassello al proprio posto e trovare, finalmente, la verità.
“Nessuna prova”
Lo scorso 5 agosto, ha riportato il People, l’inchiesta della Charity Commission è giunta a una conclusione. Non vi sarebbe alcuna prova di “bullismo diffuso e sistematico, molestie, misoginia o misoginia nei confronti di donne di colore”, né di “abusi”. Le indagini non avrebbero riscontrato nulla di anomalo.
Tuttavia la Commissione ha aspramente rimproverato tutte le parti in causa per aver permesso che la faida “si svolgesse pubblicamente”, criticando in particolare il fatto che “l’incapacità di risolvere le dispute in privato ha avuto un grande impatto sulla reputazione della charity e rischiato di compromettere, a un livello più generale, la fiducia del pubblico nelle charity”. In questa storia, infatti, tutti avrebbero fatto una figura poco edificante, pur non avendo commesso nessun atto illecito.
La risposta di Harry
Il principe Harry ha commentato la fine dell’indagine attraverso un suo portavoce il quale, citato dal People, ha dichiarato: “Non sorprende che la Commissione non abbia riscontrato irregolarità in relazione al principe Harry, duca di Sussex, co-fondatore ed ex patrono di Sentebale. Non ha nemmeno trovato prove di bullismo diffuso, molestie, misoginia o misoginia nei confronti delle donne di colore nella charity, come falsamente affermato dall’attuale presidentessa…”.
Un insider ha rivelato al People che Harry e Seeiso non avrebbero alcuna intenzione di riprendere i loro ruoli nell’ente benefico, almeno finché la Chandauka ne sarà a capo. Sarebbero, inoltre, “sconvolti” da quanto accaduto, ha proseguito la fonte, perché Sentebale “è il lavoro di una vita” per i principi. “Hanno fondato [la charity] 19 anni fa, mettendoci sangue, sudore, lacrime e i loro soldi”.
Nessuno sarebbe colpevole, dunque, ma forse non possiamo nemmeno dire che tutti siano innocenti. Tensioni, incomprensioni, mancanza di dialogo, confusione nei ruoli, magari anche una punta di egocentrismo potrebbero essere state la miccia che ha fatto divampare l’incendio di Sentebale.
La speranza è che la situazione torni alla normalità, perché al di là delle faide interne ci sono persone che
hanno un concreto bisogno di queste associazioni. Del resto le charity vengono fondate (o, almeno, dovrebbero) per uno scopo che va ben oltre, anzi, che non contempla affatto (o, almeno, non dovrebbe), le ambizioni personali.