Negli ultimi anni Meghan Markle ha accusato la royal family di razzismo, sostenuto che la monarchia, in qualche modo, l’avesse quasi soffocata con regole e tradizioni e dichiarato di aver sofferto per tutto questo a tal punto da finire sull’orlo di una grave depressione con tanto di pensieri suicidi. Eppure si è sempre ostinatamente aggrappata ai titoli nobiliari provenienti dall’istituzione che aveva criticato. Soprattutto negli ultimi giorni, puntualizzando, in maniera quasi pedante, di voler essere chiamata “duchessa di Sussex”. Un’ostinazione che non ha convinto i tabloid, certi che questa richiesta abbia uno scopo ben preciso oltre a quello, già dibattuto, del marketing.
“Meghan, la duchessa di Sussex”
“Sembra che Meghan abbia bisogno di essere presentata”, scrive il New York Post. Lo scorso ottobre la duchessa ha rilasciato un’intervista a Harper’s Bazaar, pubblicata il 19 novembre 2025. Prima di entrare nella stanza in cui si sarebbe svolto il secondo incontro con la giornalista Kailtlyn Greenidge, in una casa situata nell’Upper East Side di New York e di proprietà di un amico, Meghan avrebbe preteso di essere annunciata con il suo titolo. La Greenidge ha dichiarato al Daily Mail: “Quando sono entrata nella casa il responsabile ha annunciato: ‘Meghan, la duchessa di Sussex’, anche se, a quanto pare, siamo le uniche altre due persone in casa”. L’intervista, poi, si apre con la descrizione di una visita di Meghan all’area archeologica e museo La Brea Tar Pits di Los Angeles. La storia è la stessa: all’arrivo nel sito la moglie di Harry viene annunciata come “la duchessa di Sussex”.
“Il nostro cognome”
Non è la prima volta che Meghan usa il suo titolo per scopi che nulla hanno a che vedere con il servizio alla Corona, abbandonato nel gennaio 2020 tra astio e recriminazioni. Per esempio nel marzo 2025, in un’intervistaal People, tenne a sottolineare: “[Sussex] è il nostro nome condiviso come famiglia e immagino di non aver capito quanto fosse significativo fino a che non ho avuto dei figli. Amo il fatto che sia qualcosa che Archie, Lili, Harry e io abbiamo insieme. Vuol dire molto per me”. Nello stesso periodo, durante una puntata del suo programma Netflix “With Love, Meghan”, la duchessa ribadì alla sua ospite, Mindy Kaling: “È così divertente il fatto che continui a chiamarmi Meghan Markle, sai, sono di Sussex ora. È il nostro cognome. Il nostro piccolo cognome”.
“Ostentazione e formalità”
Già lo scorso marzo i tabloid fecero notare la contraddizione nell’attaccamento di Meghan al titolo concesso a lei e al marito dall’istituzione che tanto avevano denigrato. Spiegarono anche quanto le precisazioni della duchessa sia al People, sia alla Kaling fossero inopportune e antipatiche. In fondo tutti conoscono il rango di Harry e Meghan e se qualcuno commette un errore di protocollo rivolgendosi a loro, magari per mancanza di conoscenza o per confusione, non succederà nulla di male, naturalmente. Il mondo continuerà a girare, come si dice. Chi ha sbagliato può sempre correggersi. In ogni caso sarebbe più signorile non far notare questo errore. Con l’intervista a Harper’s Bazaar, però, Meghan avrebbe oltrepassato il limite: “Negli Stati Uniti Meghan Markle, che ha trascorso meno di due anni come working royal, sembra crogiolarsi nell’ostentazione e nella formalità”, scrive il New York Post. A proposito dell’aneddoto raccontato dalla giornalista Kaitlyn Greenidge, il giornale, rivolgendosi a Meghan, commenta: “Davvero non puoi aprirti la porta da sola?”.
“Comica presunzione”
Il New York Post definisce la duchessa “presuntuosa” e nel titolo bolla l’intervista a Harper’s Bazaar come “ridicola”, specificando che, ormai, “Meghan Markle ha raggiunto livelli di tracotanza davvero comici”. Nella sua newsletter di Substack il reporter reale Tom Sykes, citato da SkyNews.com, parla di “assurdità”, riferendosi alla presunta abitudine di Meghan di farsi annunciare, osservando che gli aneddoti raccontati da Kaitlyn Greenidge creano un contrasto, una spaccatura “tra il modo in cui Meghan vuole che il mondo la veda e il modo in cui effettivamente appare”. Le esperte reali Rita Panahi di Sky News Australia sottolinea: “Non dimentichiamo che [Meghan] ha lasciato gli impegni ufficiali, quindi ha quei titoli nobiliari senza alcun tipo di lavoro, eppure li usa a questo livello. Dubito che il principe William farebbe una cosa simile”.
“Narcisista e arrogante”
Nemmeno i fan della duchessa hanno avuto un atteggiamento più conciliante. Su Reddit, citato da SkyNews.com, un utente ha scritto: “Sono un grande difensore di Meghan, ma [farsi annunciare] è una cosa bizzarra se hai un singolo ospite”. Un altro ha detto: “Sono certo che la giornalista fosse del tutto consapevole e non ci fosse bisogno di ricordarle il titolo [di Meghan]…”. Un terzo ha aggiunto: “L’adoro, ma questo sembra eccessivo”. Su Reddit un altro utente ha dato voce ai dubbi di molti dalla Megxit in poi: “Sinceramente non capisco. Lei e Harry non hanno abbandonato la royal family? Perché mantengono i loro titoli se non sono più dei reali? E perché usano quei titoli come se ci tenessero, quando rifiutano il ruolo?...”. Qualcun altro ha sostenuto che la richiesta di Meghan di essere annunciata sarebbe “un comportamento estremamente narcisista, arrogante e totalmente patetico”. Un altro ancora: “Oh mio Dio, [Meghan] ha qualcuno che l’annuncia con il suo titolo quando entra in una stanza, come se fosse la regina Elisabetta. È la definizione di pretenzioso”.
Perché tanta insistenza?
Molti parlano del “narcisismo” di Meghan, sostenendo che dietro l’ostinazione con cui cerca di mantenere i titoli vi sia una strategia di marketing. Ipotesi del tutto plausibile. Tuttavia alla presunta vanità e alla questione economica, quasi sicuramente legate tra loro, potrebbe mancare un terzo elemento, senza il quale non è possibile la trasformazione che fa passare Meghan dallo stato Markle allo stato duchessa di Sussex: “l’insicurezza”, come spiegano il Daily Beast e The Royalist. Meghan avrebbe assunto un atteggiamento tanto puntiglioso riguardo al suo titolo perché avrebbe paura di perderlo. Dopo la vicenda che ha visto protagonista l’ex principe ed ex duca di York Andrea, la duchessa avrebbe compreso che Carlo III fa sul serio e potrebbe decidere di strappare i titoli anche a lei e a Harry.
“Diritto divino”
Non è escluso che alla fine Sua Maestà faccia prevalere l’affetto paterno per quanto riguarda le sorti di Harry e Meghan. In fondo la situazione della coppia non è paragonabile a quella di Andrea Mountbatten Windsor. Tuttavia chi può garantire che il futuro Re William sarà altrettanto generoso? “Prima di Andrea”, scrive il Daily Beast, “il dibattito verteva sul diritto divino, implicando che i titoli reali non potevano mai essere revocati”. Questo, però, non è affatto vero, soprattutto nella società contemporanea. “Dopo Andrea la domanda è diventata: ‘Perché tutte queste persone dovrebbero tenere i loro titoli?”. Il principe William ha fatto chiaramente intendere che il suo regno rappresenterà un punto di svolta nella storia della monarchia inglese. Lo scorso ottobre, durante l’intervista per il programma “The Reluctant Traveller” (Apple Tv), l’erede al trono ha spiegato senza mezzi termini che il suo obiettivo come futuro sovrano è “il cambiamento”. Ha precisato l’importanza della tradizione, ma ha anche aggiunto quanto sia indispensabile discernere tra le consuetudini ancora applicabili alla società di oggi e quelle ormai obsolete. Chi ci dice che William non stia pensando a una specie di riforma dei titoli nobiliari e non intenda cominciare ad applicarla proprio dai Sussex?
Rimandare “l’inevitabile”
Usando il suo titolo, anche a sproposito, Meghan starebbe cercando quasi di rassicurare se stessa e gli altri. “L’affannosa insistenza di Meghan sul titolo di duchessa è un tentativo di imprimere nel pubblico i suoi legami con la royal family prima della loro inevitabile rimozione”, scrive il Daily Beast. Meghan starebbe cercando di fondere la sua identità con il titolo, in modo da far quasi dimenticare il suo vero nome. Così da essere, per tutti, solo la duchessa di Sussex. Come Lady Diana rimarrà per sempre la principessa di Galles, anche se sappiamo che oggi quel titolo appartiene a Kate. L’evidente differenza, anzi, l’abisso tra Meghan e Diana, però, sta nel fatto che quest’ultima non cercò di nascondersi dietro al titolo. Non fece nulla per identificarsi con esso. Furono la Storia e le persone a creare questa connessione indissolubile. Diana, poi, usò il rango solo per fini umanitari (pensiamo alla lotta contro le mine antiuomo). Non ne fu privata (come accadde, invece, al trattamento di altezza reale), mentre Meghan rischia di dovervi rinunciare, suo malgrado.
Le altre duchesse
Il Telegraph ha intervistato l’imprenditrice britannica Jane Percy, duchessa di Northumberland, la quale ha spiegato: “Contrariamente ad altre duchesse che mettono i loro nomi ovunque, io non uso il mio titolo”. Poi, con elegante ironia, ha aggiunto: “Direi che potrebbe essere deleterio, dal momento che negli ultimi tempi una o due duchesse non hanno proprio dato un grande contributo alla causa”. Scegliere se usare o meno un titolo è a discrezione dell’aristocratico. Saper distinguere quando usarlo nella realtà moderna fa tutta la differenza: selezionare le occasioni in cui è più opportuno accostarlo al proprio nome, evitando quelle in cui non è necessario farlo, magari perché risulta ridondante, è segno di classe, intelligenza e buon senso. Senza dimenticare che un titolo non è uno scudo, né una maschera dietro alla quale celare le proprie mancanze. Jane Percy ha affermato: “Le persone pensano che sia facile per me, ma dal niente non arriva niente. È tutto merito del duro lavoro”.
E l’intervista?
Secondo i tabloid l’intervista di Meghan a Harper’s Bazaar non lascerebbe nulla al lettore. Non sarebbero analizzati aspetti concreti, come gli obiettivi della duchessa nel suo ruolo di filantropa, ma solo la sua immagine. I media lamentano una mancanza di sincerità, di autenticità nelle risposte. L’impressione è che Meghan sia stata attenta a costruire delle dichiarazioni che dessero risalto esclusivamente a se stessa, non a ciò che fa o potrebbe fare in campo umanitario. Senza contare che la storia del titolo nobiliare ha parzialmente relegato l’articolo sullo sfondo. Ciò sarebbe accaduto anche perché, forse, il dibattito sulla duchessa di Sussex è più forte, da un punto di vista mediatico, dei contenuti dell’intervista.
Un altro tentativo di oscurare William e Kate?
Ai giornali non è sfuggito nemmeno il fatto che l’intervista della duchessa a Harper’s Bazaar sia stata pubblicata lo stesso giorno in cui i principi di Galles hanno preso parte al Royal Variety Performance. Per la principessa Catherine è stato un ritorno dopo due anni di assenza.
Il Daily Beast è certo che Meghan abbia tentato di oscurare la coppia reale, seppur con scarsi risultati. Anzi, il sito statunitense sostiene che questo sia stato “il più clamoroso autogol di Meghan”. Ostentare il titolo senza criterio, però, potrebbe diventare l’errore fatale.