Cinema

Helmut Berger, addio all'indimenticabile "Ludwig" di Luchino Visconti

Scomparso all'età di 78 anni, il grande attore Helmut Berger. Una vita vissuta tra alti e bassi, grandi film e profonde depressioni. Scoperto da Visconti, fu il compagno di vita del regista per 12 anni

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"Un angelo, no anzi un diavolo", definito uno degli uomini più belli del mondo, si è spento improvvisamente a Salisburgo alla vigilia del suo 79o compleanno, l'attore Helmut Berger. Ex modello di origine austriaca, aveva esordito al cinema proprio con il maestro Luchino Visconti nel 1967, in un episodio del film La strega bruciata viva. Da quel momento la loro coppia artistica (ma anche nella vita) si unì, dando vita a grandi capolavori. "Con lui ho vissuto il vero amore - aveva raccontato alla morte di Visconti - Ci siamo trasferiti sotto lo stesso tetto quattro mesi dopo esserci incontrati. Mi ha educato, mi ha fatto conoscere una miriade di personaggi famosi come Grace Kelly, Dalì, la Callas... Non avevo mai incontrato un essere così erudito. Con lui tutto era magico. La nostra storia è durata dodici anni".

Era nato a Bad Ischl, in Austria il 29 maggio 1944 in una famiglia di albergatori e proprio in quell'ambito aveva iniziato a lavorare senza troppo interesse. Aveva poi frequentato il collegio prima di trasferirsi, al compiere dei 18 anni, a Londra dove aveva iniziato a lavorare come modello, poi in Italia, prima a Perugia e poi a Roma, dove aveva incontrato per la prima volta Visconti. Il suo volto irregolare e un fascino maledetto, sono sempre stati tratti distintivi di quella bellezza quasi divina. Dopo La strega bruciata viva, l'anno seguente nel 1968, ottiene il suo primo ruolo da protagonista nel film I giovani tigri per la regia di Antonio Leonviola.

Tanti sono stati i registi con cui Berger ha lavorato nella sua carriera, come Vittorio De Sica ne Il giardino dei Finzi Contini del 1970, con Nelo Risi ne La colonna infame del 1972 e anche con Tinto Brass, come protagonista maschile in Salon Kitty del 1975. Ma fu con Visconti che l'attore riuscì ad esprimere tutte le sue potenzialità in pellicole rimaste nella storia come La caduta degli dei nel 1969, Ludwig accanto a Romy Schneider nel 1973 e l'ultimo Gruppo di famiglia in un interno del 1974. La morte di Visconti nel 1976, lo fece poi cadere in una profonda deprssione, e solo dopo molto tempo riuscì a tornare sul set. Lo fece per Francis Ford Coppola ne Il Padrino III e in seguito con Claude Chabrol, nell'adattamento televisivo del romanzo Fantomas.

Nel 1992 anche la cantante Madonna da sempre grande fan dell'attore, lo volle nel suo video di Erotica. Nonostante questo, non si riprese mai dalla scomparsa del "maestro" cadendo in un vortice fatto di depressione, abuso di alcol, ritrovandosi povero: "con solo 200 euro di pensione al mese", come denunciò dichiarando che non gli erano stati versati i contributi dei vari lavori che aveva fatto.

Una vita intensa fatta di alti e bassi, di droghe alcol e sesso, tanto che il suo agente ha raccontato che il motto dell'attore era 'La Dolce Vita' per tutta la vita" e che, come lui stesso aveva detto alcuni anni prima: "Ho vissuto tre vite e in quattro lingue! Je ne regrette rien!".

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