Carlo e l'arte del rammendo: così il re ha accumulato una fortuna

Carlo III è un risparmiatore assiduo e oculato tanto da mettere da parte una cifra esorbitante nei lunghi anni in cui era Principe di Galles. Ecco quanto è riuscito a mettere da parte

Carlo e l'arte del rammendo: così il re ha accumulato una fortuna

Carlo III Re d'Inghilterra è un uomo così oculato da aver messo da parte, anno per anno, un'enorme fortuna economica che in pratica è quasi "doppia" rispetto a quella che possedeva la defunta madre Elisabetta II. Una ricerca del Sunday Times parla chiaro: "Quanto è ricco il Re?" ha svelato che il patrimonio complessivo ammonterebbe a 600 milioni di sterline, quasi 700 milioni di euro, contro i 370 milioni di sterline della madre.

Così ha accumulato una fortuna

Il celebre quotidiani londinese ha spiegato che uno degli ex consiglieri di Carlo III abbia rivelato il modo in cui il sovrano ha messo da parte una cifra così importante dopo il divorzio da Diana che negli anni '90 costò 17 milioni di sterline. "Come monarca in attesa, Carlo ha risparmiato assiduamente alcuni dei profitti ricevuti dal Ducato di Cornovaglia, il che lo ha portato ad accumulare una considerevole fortuna", ci dicono gli inglesi. L'ex consigliere del Re ha dichiarato che dopo la separazione sarebbe diventato molto prudente nel mettere da parte il suo denaro: non grosse somme ma che hanno consentito, però, di possedere il denaro attuale. Non dimentichiamo che Carlo III, ambientalista da sempre, "fa sempre delle scelte di vita frugali" per rispettare l'ecosistema in cui vive.

Cos'è "l'arte del rammendo"

"Oh sì, eccelle nell’arte del 'Rammendo'", ha spiegato al Corriere il presidente per l’Italia della Campaign for Wool, Fabrizio Servente, l’amico di Biella che si occupa della lana e anni di esperienza in numerose aziende del settore tessile e abbigliamento. "Certe cose che indossa sono rammendate molto bene. Basta avvicinare lo sguardo e si notano piccoli punti, piccoli rattoppi alle sue giacche. Re Carlo non è affatto uno sprecone, ha un innato senso sostenibile: la maggior parte dei nouveau riches e se c’è uno strappo in una tasca la buttano, al contrario lui la fa rammendare", ha specificato al quotidiano.

Un dress-code decennale

Probabilmente è un casualità o un intoppo che capita a tutti ma fecero il giro del mondo le immagini di Carlo III con il calzino bucato all'interno della moschea londinese di Brick Lane: non è uno sprecone in nome dell'ambiente e lo ricorda anche il suo amico Servente quando parla di un cappotto di cammello che usa abitualmente da 20 anni. "È in linea con quanto predica. E poi utilizza ancora le giacche del padre Filippo. Di più, cambia ricami e applicazioni delle divise di quand’era in Marina". E come dimenticare le scarpe che utilizza, spesso e volentieri le stesse da anni: il segreto è una lucidata e via. "Non sono il tipo che ama buttare via le cose", confidò a Servente.

Nonostante il patrimonio e il potersi permettere più di qualche capriccio oltre a non avere problemi sulle spese delle bollette, tra le abitudini non dimentica di spegnere sempre la luce quando lascia le stanze. Secondo il New York Times nei lunghi anni in cui è stato Principe di Galles ha avuto la capacità di far aumentare i profitti delle proprietà reali del 50% fino a raggiungere un valore di quasi un miliardo e mezzo di dollari.

Il Sunday Times sottolinea inoltre che il valore del Ducato di Cornovaglia che adesso viene gestito dal prossimo erede al trono, William, adesso vale un miliardo ed ha aumentato il valore di quasi 400 milioni di sterline in un solo anno la metà delle quali è finita nelle tasche di Carlo III che ha versato il 40% di tasse al Fisco. Rimangono, comunque, sempre altissimi i guadagni netti del Ducato che arrivano a 25,4 milioni di sterline.

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