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Da madrina a epurata: il gay pride caccia Arisa dopo le parole su Meloni

Insulti, offese e minacce: la cantante ha trascorso ore difficili solo per aver espresso qualche parola di apprezzamento nei confronti del premier

Da madrina a epurata: il gay pride caccia Arisa dopo le parole su Meloni

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L’intolleranza del mondo arcobaleno colpisce ancora una volta. L’ultima vittima dell’avversione dell’universo Lgbt nei confronti della democrazia è Arisa, rea di aver espresso qualche parola di apprezzamento nei confronti di Giorgia Meloni. Un gesto inaccettabile secondo certi talebani che hanno inondato i profili social dell’artista con insulti, offese e minacce. Ma non è tutto: la cantante è stata costretta a ritirare la sua partecipazione ai Gay Pride di Milano e di Roma, dove era stata invitata dopo essere stata la madrina della kermesse nel 2022.

Arisa riempita di insulti

Integralisti di rilievo e i soliti leoni da tastiera hanno preso di mira Arisa nelle ultime 48 ore e gli organizzatori del Gay Pride di Milano - anziché difendere l’artista – hanno deciso di “tagliarla”. “Mi spiace immensamente per il momento che stiamo vivendo e spero che col tempo potremo di nuovo comunicare. Per adesso sono solo insulti pesantissimi da parte di alcuni di voi che non so come decifrare”, le parole dell’artista su Instagram:“Oggi al mio manager è stato consigliato da parte degli organizzatori, di dirmi di non presentarmi al Pride di Milano a causa dell'ipotesi che alcuni membri della comunità possano in qualche modo mettermi in imbarazzo, io sarei venuta volentieri, però se ho fatto qualcosa di così tanto grave da meritare un trattamento così esclusivo, credo che non parteciperò neanche al pride di Roma”.

Chi invoca più diritti poi caccia le persone che la pensano diversamente, proprio come nelle dittature. Una tendenza anti-democratica già riscontrata in passato e confermata ancora una volta in questa occasione. "Mi dispiace davvero tanto. Mi dispiace davvero tanto. Buon Pride a tutti, divertitevi anche per me, vi auguro di trovare un piano di svolta e di realizzare i vostri sogni legittimi per essere felici. Ve lo auguro davvero dal profondo del cuore. Io continuerò a vivere frequentando gli amici di sempre e mi farò raccontare", ha aggiunto Arisa, sempre in prima linea per il mondo arcobaleno ma rea di aver speso belle parole nei confronti del “nemico”.

Ma non è tutto. La più grande lezione agli ottusi la dà proprio Arisa nel chiudere il suo intervento social: “La diversità è fatta di opinioni, di esperienze e di modi di vedere la vita. La diversità è ricchezza. Me l'avevate insegnato voi. Non condannate la gente perché non la pensa esattamente come voi, magari quella gente lì vi ama lo stesso, ma voi pensate di no. I tempi cambiano, le mamme imbiancano, i fiori sbocciano e poi appassiscono, e poi rinascono. Bisogna lavorarci e crederci sempre. Se vi giocherete la carta dell'amore vincerete sempre". E tanti saluti agli odiatori a tinte arcobaleno, alfieri della contraddittorietà.

Montaruli: "Grave e inaccettabile clima di intolleranza"

L'annuncio di Arisa ha scatenato il dibattito in rete, tranchant Augusta Montaruli. “Esprimo la mia solidarietà ad Arisa vittima di un’odiosa e spudorata intolleranza", le parole del vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera in una nota: "È ancora più grave, però, che l’effetto degli insulti subiti non sia stata un’onda di vicinanza nei suoi confronti ma addirittura l’invito a non presentarsi al Pride di Milano per il rischio di essere messa in imbarazzo come lei stessa riporta su un post di Instagram. Ritengo che gli organizzatori del Pride avrebbero dovuto tutelare Arisa e la sua performance e invitare chi è stato intollerante nei suoi confronti a mettersi da parte. Invece, ancora una volta assistiamo ad un episodio di discriminazione che esclude chi esprime il proprio pensiero; ed è ancora più grave che ciò avvenga da parte di chi ha fatto dell’inclusione la propria bandiera.

Invito Arisa a non scoraggiarsi e a prendere spunto dalle parole della sua stessa canzone: non vado via!”.

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