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"Mi sentivo inadeguato...", la rivelazione di "Fonzie" nella sua autobiografia

Henry Winkler, l'iconico Fonzie del telefilm "Happy Days", rivela in una biografia, un passato inaspettato e un disturbo del linguaggio che ha segnato la sua vita

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Ha rappresentato per decenni l'immagine del ragazzo forte, una figura, quella di Fonzie, giubbotto di pelle e ciuffo ribelle, resa iconica nel telefilm Happy Days e preso ad esempio da intere generazioni. Si viene invece a scoprire che chi lo interpretava, l'attore Henry Winkler, ora 78enne, era esattamente il contrario del suo alter ego televisivo.

Una biografia che rivela un mondo nascosto

A raccontarlo proprio lui nella biografia: Being Henry. The Fonz…and beyond, che colpisce profondamente per le rivelazioni inaspettate dell'attore. A cominciare da un'infanzia difficile e il fatto di essere stato per anni sotto pressione dopo il successo di Happy Days, che aveva cancellato completamente la sua personalità, sostituendola con quella di Arthur Fonzarelli. Pubblicato il 30 ottobre, il giorno dopo il suo 78esimo compleanno, rappresenta per l'attore quasi una liberazione, che le ha permesso di svelare la sua "vera" identità e anche molte fragilità.

I problemi tenuti sempre nascosti

L'annuncio dell'uscita del libro era stato dato già a marzo con un post sul Instagram dell'attore, che aveva anche anticipato alcune cose, come la sua dislessia che gli aveva procurato non pochi problemi non solo da ragazzo, ma anche sul set. "Ho scoperto di essere gravemente dislessico solo all'età di trentuno anni. - si legge in un lungo estratto del libro pubblicato su People - Prima ero il ragazzo che non sapeva leggere, non sapeva scrivere, non sapeva nemmeno iniziare a fare algebra o geometria e nemmeno l'aritmetica di base. Anche nel bel mezzo di “Happy Days”, all’apice della mia fama e del mio successo, mi sentivo imbarazzato, inadeguato".

Ma non solo: "Ogni lunedì alle dieci, - si legge - facevamo una lettura a tavolino della sceneggiatura di quella settimana e a ogni riga perdevo il punto o mi bloccavo. Lasciavo fuori una parola, una frase. Non riuscivo mai a dare l’attacco giusto, il che avrebbe poi rovinato la battuta per la persona che girava la scena con me. Oppure fissavo una parola, come ‘invincibile’, e non avevo idea di come pronunciarla o addirittura di come suonasse". Quello per Winkler era il momento più duro e imbarazzante della settimana.

"Nel frattempo - continua il libro - gli altri attori aspettavano fissandomi: era umiliante e vergognoso. Tutti nel cast erano affettuosi e solidali, ma sentivo costantemente che li stavo deludendo. Chiedevo di avere prima le sceneggiature, in modo da poterle leggere più e più volte, il che metteva ulteriore pressione sugli sceneggiatori, che erano già sotto pressione ogni settimana, dovendo preparare ventiquattro script in rapida successione. Tutto questo all'apice della mia fama e del mio successo, mentre interpretavo il ragazzo più figo del mondo"

Finalmente la scoperta

Winkler scoprì di cosa soffriva soltanto quando al figliastro Jed, nato dal primo matrimonio della moglie Stacey Weitzman, è stato diagnosticato lo stesso disturbo: "Finalmente scoprii di cosa si trattata, Ero così dannatamente arrabbiato. Tutta l’infelicità che avevo attraversato era stata inutile. Tutte le urla, tutte le umiliazioni, tutte le discussioni in casa mia mentre crescevo, tutto per niente... Era genetico! Non era il modo in cui avevo deciso di essere! E poi sono passato dal provare questa rabbia enorme a combatterla".

Dopo la scoperta l'attore si è impegnato molto per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo argomento e per farlo ha anche scritto due libri per bambini: Here’s Hank e Hank Zipzer, the World’s Greatest Underachiever, il cui protagonista, Hank Zipzer, è un bimbo di nove anni che soffre proprio dislessia.

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