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"La fisica è difficile? Le lezioni devono essere più splatter"

Il professor Vincenzo Schettini al Giornale commenta i risultati delle prove di fisica del test di Medicina: "Frustrante sentir dire che gli insegnanti devono fare di più. Arrivati a 18 o 19 anni, gli studenti siano autonomi"

"La fisica è difficile? Le lezioni devono essere più splatter"

Una fusione di arte e scienza. Così è nato il progetto di Vincenzo Schettini, il professore che ha deciso di trasformare la fisica da pura lezione in vero e proprio intrattenimento. Dal 2015 il canale YouTube La fisica che ci piace, approdato nel tempo su tutte le altre piattaforme, intercetta tutti coloro che a questa materia magari non si avvicinerebbero mai, perché vista come troppo complessa o difficile da comprendere. E da lì, il corso di formazione per docenti italiani al Cern di Ginevra, la pubblicazione di tre libri con Mondadori Electra, La fisica che ci piace (2022), Ci vuole un fisico bestiale (2023) e La vita che ci piace, uscito il 30 settembre e incentrato sullo spiegare i meccanismi che scatenano le nostre emozioni attraverso la fisica. Poi, il programma televisivo La fisica dell'amore, in cui le certezze della materia incontrano le incertezze della vita e, ultimo ma non meno importante, il tour che, dal dicembre del 2023, ha portato le lezioni nei teatri e che ripartirà per la sua terza edizione il 10 gennaio del 2026, con prima tappa a Varese.

Visti i risultati delle prove di fisica del test di Medicina dopo il "semestre filtro" voluto dalla riforma Bernini, con una percentuale di promossi tra il 10 e il 15% in tutti gli atenei d'Italia, gli abbiamo chiesto sia le motivazioni di questi dati, sia cosa si potrebbe fare per invertire la tendenza.

Professore, come spieghi i risultati così bassi nella prova di fisica del test di Medicina?

Intanto mi dispiace, mi dispiace, perché mi rendo conto che continua a mancare una cosa. Il punto è questo: le scienze, le materie scientifiche, sono bellissime, se c'è un professore che ti spiega e ti fa un esperimento, ti fa vedere qualcosa. Guarda tutto il lato di quello che pubblico su Instagram o TikTok, con i video di un minuto. Però, per chi la fisica la studia o la deve studiare, non basta. Sul mio canale YouTube sono anni che carico video di un’ora o un’ora e mezza, lezioni con equazioni problemi svolti, proporzionalità, unità di misura. E a volte ho affrontato anche i test, spiegando che ti ci devi mettere, devi sbattere la testa e devi studiare. Evidentemente, se ci sono risultati bassi dipende dal fatto che non si insiste sufficientemente, nello studio della fisica, proprio nella risoluzione delle prove. Ne farei fare tanti, cercherei di far capire qual è la tecnica per rispondere ad un test, perché si deve avere in mente, ad esempio, la possibilità attraverso un calcolo di poter escludere alcune risposte perché sono troppo lontane dal numero che dovrebbe venire fuori, oppure perché sono assurde, con risultati negativi quando ne dovrebbero uscire di positivi. Se i risultati sono così bassi, vuol dire che a livello di preparazione nello studio ci sono ancora tante carenze, ma non è colpa certamente di nessuno, né dell'insegnante, né colpa del ragazzo. Bisogna affrontare i test forse evidentemente con un altro spirito, un altro modo.

Quindi, oltre alla difficoltà in sé della materia, manca anche un modo "giusto" per insegnare la fisica, per farla capire meglio, magari per semplificarla o renderla più accessibile?

Allora, attenzione: qui non stiamo parlando del pubblico più vasto, ma della fetta di popolazione che deve affrontare la prova e quindi si trova fisica nel test. Qui non stiamo parlando della nonna, della zia, del bambino che si entusiasma davanti a un esperimento e che magari ne comprende anche il principio che è alla base. Qui stiamo parlando di una ristrettissima fetta di persone, che sono quelle che la fisica la studiano, e questo studio è il comprendere la tecnica di risoluzione di un problema. Lì serve tecnica e un insegnante che si dedichi a dire "Ok, perfetto, guardiamoli questi benedetti test di Medicina, cerchiamo di capirli un po' meglio. Qual è l'approccio per esempio per superare il test e come sono fatte le domande, come sono fatte le risposte?". Certe volte non è una questione di calcoli, è una questione di capire il meccanismo, capire la proporzionalità, capire che quel risultato negativo non ti può venire e quindi le due risposte negative possono essere escluse. Insomma, entrare più nello specifico della parte tecnicistica della materia, cioè nella risoluzione dei problemi che passa attraverso lo studio, passa attraverso la tecnica, passa attraverso cose che evidentemente i nostri ragazzi, se questi sono i risultati, non hanno.

Quindi si dovrebbe cambiare il modo in cui si insegna la materia, andando oltre la lezione o dei nei corsi dietro i banchi di scuola?

Allora, io suggerirei una strada, ed è probabile che in alcune scuole si faccia già. Intanto rispondere a questi test è una cosa che non fa male a nessuno, perché quando lo si sta facendo si sta studiando, ci si sta allenando. Magari sarebbe simpatico per un insegnante di fisica dell'ultimo anno, dire "Ragazzi, magari alcuni di voi li affronteranno i test. Prendiamoli e svisceriamoceli in classe”. Comunque è un ripasso, no? È un modo come un altro per lavorare sulla materia. Però, invece di fare i soliti eserciti numero 7, 8 e 9 a pagina 57, portiamo in classe queste prove, risolviamole, fa bene a tutti, sia a quelle quattro persone che lo faranno effettivamente, sia a tutti gli altri. Questa è un approccio in classe che potrebbe essere molto utile, però ce n'è un altro, che non dobbiamo mai dimenticarci. Oggi esiste la rete. Non hai idea quanta roba esista in rete e molte cose sono gratuite. Una volta quando ero giovane, io sono andato a lezioni private, perché nei primi tempi all'università avevo difficoltà negli esami scritti, che erano molto pesanti. I miei genitori hanno speso dei soldi. Oggi in reste esistono cose a pagamento, ma pure gratis. Tantissimi video gratuiti in cui scopri alcune tecniche di risoluzione. Insomma, uno si deve dare pure da fare. Se devi affrontare il test, ti butti in rete, ti cerchi dei tutorial, dei video, delle prove risolte. Nel periodo in cui mi sono dedicato a questo argomento, mi sono fatto il mazzo quadro e ho studiato, perché ne avevo bisogno. E lo devono fare tutti. Sì, il professore a scuola deve fare la sua parte, ma quando uno arriva a 18 o 19 anni, deve avere anche una certa autonomia.

Insomma, tutti devono fare la loro parte, insegnanti e studenti

Sì, ma il mio ago tende dalla parte degli studenti. Mi dispiace sinceramente quando, ogni volta che si parla di queste cose, si debba sempre dire che i docenti dovrebbero fare di più. È sfiancante e frustrante, capito. I ragazzi devono imparare a darsi una mossa. Devono affrontare il test e hanno l'universo digitale davanti a loro. Ci si devono buttare e fare il più possibile. Magari sì, hai l'insegnante illuminato in classe che si mette e dedica un po' di tempo ai test, benissimo. E digli grazie, perché in quel momento quell'insegnante sta facendo qualcosa in più, che non è dovuta. Io non me la prendo con gli insegnati, esattamente il contrario. Anche perché li vedo quando preparano gli studenti per la maturità. C'è tanto lavoro da fare, si è già molto impegnati e ci si deve concentrare su quello. Quindi cosa deve fare di più un professore? Poi certo, il ragazzo può aver avuto un insegnante di fisica non buono, ma lì si apre tutto un altro universo. Bisogna pure avere culo nella vita e trovare qualcuno che non solo trasmetta l'entusiasmo, ma che spieghi pure bene.

Ora vorrei farti la domanda delle domande. La fisica è davvero così ostica o è solo una percezione? E se così fosse, quali sono i motivi?

Secondo me è un mix di entrambe le cose. Poi, io non sono nelle classi degli altri colleghi e possono soltanto farmi un'idea dei motivi, ma credo che sia perché alcuni insegnanti spiegano la teoria, ma insistono poco sul fartela visualizzare. Cioè, se io devo parlarti della quantità di moto, ti spiego la formula, ti faccio il teorema, tutta la dimostrazioni, le derivate e gli integrali. Ma alla fine non ti dico "Senti, ti devo parlare dell'elefante e ti devo parlare del proiettile. Se si mettono a correre tutti e due verso di te, ti stroncano, ti ammazzano, ma uno perché va molto veloce - il proiettile - e l'altro perché ha una massa che se ti siete addosso, ti schiaccia". Se non mi viene fatto l'esempio, io la formula non la capisco, non mi rimane impressa. Probabilmente c'è la tendenza a rimanere troppo teorici e meno splatter. Ma c'è anche un'altra cosa da dire. La fisica non è solo ragionamento e grandezze che variano, ma è uno scatolone enorme che contiene un'altra cosa che fa paura a tutti: la matematica. La matematica angoscia e questa è una tragedia, perché molti crescono e arrivano alle scuole superiori con il trauma di questa materia.

E quando capiscono che nella fisica magari le lettere cambiano, ma alla fine sempre di matematica si tratta, allora dicono "Madonna santa, già la odio la matematica. Se adesso fisica la devo fare pure con quella, ancora peggio". Questi sono i due fattori centrali, secondo me, e quando pesano entrambi, uno non ce la fa proprio.

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