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Patrizia Rossetti: “Quella volta che grazie a una ginocchiata mi salvai da una molestia…”

Patrizia Rossetti: “Quella volta che grazie a una ginocchiata mi salvai da una molestia…”

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Patrizia Rossetti: “Quella volta che grazie a una ginocchiata mi salvai da una molestia…”

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Carriera, amori, famiglia, tradimenti, fatti belli ed episodi sgradevoli… Si è raccontata a tutto tondo oggi Patrizia Rossetti nel programma di Raiuno “La Volta Buona” condotto da Caterina Balivo. Comodamente seduta sul divano arancione dello studio televisivo - che è uno dei simboli del programma – la Rossetti ha ricordato le varie tappe della sua lunga carriera televisiva. Dal debutto avvenuto nel 1982 con la co-conduzione insieme a Claudio Cecchetto del Festival di Sanremo, al passaggio a Mediaset al timone di programmi di successo come “Buon pomeriggio” e “Buona Giornata” ( programmi che ottenevano tutti i giorni ascolti molto alti con punte del 25% e che le furono tolti probabilmente perché sulla rete ammiraglia Mediaset dovevano debuttare nuovi programmi che non gradivano la concorrenza della conduttrice toscana), ai reality e alle televendite che sono anche tutt’oggi uno dei suoi cavalli di battaglia. “La settimana prima facevo la segretaria d’azienda, poi mi sono trovata da Pippo Baudo a Domenica In - perché vinsi un concorso - e poi al Festival di Sanremo”, ha raccontato Patrizia Rossetti. E alla domanda di Caterina Balivo circa il trattamento riservatole nelle aziende dove rivestiva la figura di segretaria d’azienda, prima di debuttare nel mondo dello spettacolo, ha affermato: “Nella prima azienda è andato tutto bene, nella seconda meno... Avevo 23 anni e una sera il mio capo – oltretutto un amico di mio padre - mi chiese di rimanere un pochino oltre l’orario lavorativo per scrivere una lettera. Naturalmente accettai e mi fermai. Con una scusa, quest’uomo tra l’altro molto alto, cercò di inchiodarmi al muro, ma io reagii alzando il ginocchio e colpendolo direttamente nelle parti intime.

Comunque, tornata a casa, raccontai tutto a mio padre…”.

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