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“Me lo hanno tenuto nascosto”. Harry incolpa di nuovo la royal family

Durante il processo all’Associated Newspapers il principe è tornato ad accusare la sua famiglia di non averlo protetto dall’invadenza dei media

“Me lo hanno tenuto nascosto”. Harry incolpa di nuovo la royal family
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Mancano poche settimane all’incoronazione di re Carlo III, ma questo non ha minimamente scalfito la volontà del principe Harry di rivelare nuovi retroscena sulla sua famiglia, accusandola di non averlo protetto dall’invadente curiosità dei tabloid. L’ennesima lamentela di Harry è arrivata durante il processo contro l’Associated Newspapers, editore del Daily Mail e del Mail on Sunday.

“Il vaso di Pandora”

Ancora una volta il duca di Sussex ha scagliato strali d’ira contro i media e la Corona, sostenendo che i primi abbiano giocato in modo feroce con la sua vita e la seconda non abbia fatto nulla per difenderlo. Al centro delle nuove accuse, formulate da Harry attraverso una testimonianza scritta, c’è il suo telefono, che sarebbe stato hackerato per carpire informazioni private: “Senza dubbio l’istituzione mi ha nascosto per lungo tempo informazioni sul fatto che il mio telefono era stato hackerato e ciò è divenuto chiaro negli ultimi anni…”.

I Windsor avrebbero voluto evitare qualunque polemica o scandalo, rispettando il detto di famiglia “never complain, never explain" (“mai lamentarsi, mai dare spiegazioni”). Questo sarebbe stato il motivo di tanta segretezza. Harry ha proseguito: “L’istituzione precisò che non avevamo bisogno di sapere niente sul telefono hackerato e mi fu chiaro che la royal family non avrebbe testimoniato perché ciò avrebbe potuto aprire il vaso di Pandora”. Il principe non avrebbe mai pensato che qualcuno potesse essere “tanto stupido da hackerare il mio telefono, date le implicazioni sulla sicurezza e le conseguenze per quel che riguarda le mie informazioni private e le localizzazioni che potevano finire nelle mani sbagliate”.

“Non c’erano alternative”

Per Harry la morte di Lady Diana sarebbe l’origine delle sue relazioni complicate con la stampa e con le regole di casa Windsor, una specie di spartiacque esistenziale tra la spensieratezza adolescenziale e la consapevolezza della maturità: “Dopo la scomparsa di mia madre nel 1997, quando avevo 12 anni e in conseguenza del trattamento da lei ricevuto per mano della stampa, ho sempre avuto un rapporto difficile con i giornali. Comunque, come membro dell’istituzione la politica era ‘mai lamentarsi, mai dare spiegazioni’. Non c’erano alternative. Ero condizionato ad accettare. Per lo più ho accettato l’interesse nei confronti dei miei doveri pubblici”.

La situazione, però, si sarebbe complicata con l’entrata in scena di Meghan Markle. Il desiderio di proteggere la duchessa dalle presunte intrusioni dei media e il timore che si ripetesse il copione già visto e sentito con Lady Diana sarebbero stati, per Harry, motivo di inquietudine e ribellione: “Mi preoccupava enormemente il fatto di non intervenire contro la stampa in seguito a persistenti attacchi crudeli, molestie e articoli invadenti e talvolta razzisti riguardanti Meghan”. Il principe ha aggiunto anche che la “situazione è peggiorata” durante la prima gravidanza della duchessa e quando è nato il piccolo Archie, nel maggio 2019.

Anche in questo caso il Palazzo non sarebbe intervenuto, non ci sarebbe stata la pianificazione di una strategia comune contro le presunte intrusioni dei tabloid: “C’è l’idea sbagliata che siamo tutti in costante comunicazione l’uno con l’altro, ma non è vero”. Harry non si è risparmiato e ha definito “criminali” i tabloid dell'Associated Newspapers, precisando: “Il pubblico britannico merita di conoscere la reale portata di questa copertura e sento che è mio dovere denunciare”.

L’Alta Corte di Londra avrà il compito di trovare la verità in questa storia, ma le dichiarazioni del duca contro la famiglia potrebbero essere un nuovo colpo alla Corona e alle fragili relazioni tra la royal family e i Sussex, sferrato con un tempismo piuttosto discutibile.

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