Il caso Bova finisce al Garante per la privacy: aperta un'istruttoria

A seguito della diffusione degli audio privati dell'attore, il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di prendere provvedimenti: cosa sappiamo

Il caso Bova finisce al Garante per la privacy: aperta un'istruttoria
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Si torna sulla delicatissima vicenda che vede come protagonista Raoul Bova. Il Garante per la protezione dei dati personali ha infatti deciso di avviare un'istruttoria per fare chiarezza in merito alla diffusione dell'audio privato dell'attore.

Si tratta di una naturale conseguenza dei fatti dato che, come sottolinea lo stesso Garante, quella conversazione - o alcune parti della conversazione - sono state diffuse "senza consenso, proviene da una conversazione privata via chat tra l'attore e un soggetto terzo. Il contenuto è stato successivamente rilanciato sui social, spesso accompagnato da post, video e vignette dal tono ironico o denigratorio, ottenendo un'ampia risonanza mediatica".

L'intervento dell'Autorità è stato richiesto dallo stesso Raoul Bova, che ha avanzato un reclamo. Nei giorni scorsi David Leggi, legale dell'attore, aveva fatto sapere in una nota diffusa dalle agenzie di stampa che "le azioni compiute, su cui gli inquirenti stanno indagando, hanno attivato il web in maniera illecita e inaccettabile, dove si continua a diffondere in maniera incontrollata materiale la cui natura va ancora accertata. Si è attivata una macchina infernale che non guarda in faccia a nessuno, né alle persone né ai loro figli, che non hanno tutti gli strumenti per discernere la cronaca dalla cattiveria o dal voyeurismo di bassa lega". La vicenda potrebbe portare anche a delle cause civili.

Intanto, oltre alle indagini avviate dalla procura di Roma, arriva l'istruttoria del Garante, che ha inoltre lanciato un avvertimento a tutti che loro che intendono utilizzare parti degli audio per crearne dei contenuti. Un'ulteriore diffusione della conversazione privata porterà a seri provvedimenti, anche di carattere sanzionatorio.

Gli audio tra l'attore e la 23enne modella Martina Ceretti, diffusi senza il consenso dell'attore, hanno generato un rapido rimpallo di colpe. Il materiale di cui parliamo, infatti, potrebbe essere stato rubato e usato per tentare un'estorsione.

Su questo sta indagando la procura di Roma. Nel frattempo, alcune parti degli audio sono state postate sui social, dando luogo a video ironici, vignette e altro. Da qui la necessità del Garante di prendere provvedimenti.

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