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Le molestie e la confessione di Paola Perego: "Una serie piuttosto lunga..."

Adesso impegnata su più fronti, la Perego racconta gli inizi della carriera: "Un dirigente tv mi attaccò al muro"

"Serie piuttosto lunga di molestie". La confessione di Paola Perego

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"Serie piuttosto lunga di molestie". La confessione di Paola Perego

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Dal programma tv Citofonare Rai2 in conduzione assieme all'amica Simona Ventura a Ballando con le Stelle dove fa coppia con il ballerino professionista Angelo Madonia: stiamo parlando di Paola Perego, popolare e amato volto delle televisione italiana da ormai 40 anni. Gli inizi della sua carriera, però, non sono stati per nulla facili e decisamente in salita.

Le molestie subìte da minorenne

"Al mio primo ingaggio da modella, a 16 anni, accompagnata da mia mamma, entro per provare i vestiti e il responsabile mi dice: andiamo a letto? È stata la prima di una serie piuttosto lunga di molestie da cui ho imparato a difendermi in fretta", ha raccontato al Corriere della Sera. Purtroppo, però, quello non è stato l'unico episodio che ricorda visto che anni dopo "un dirigente televisivo importante mi ha attaccata al muro: gli ho dato una ginocchiata e sbattuto la porta in faccia. Ho anche perso dei contratti per questo, ma ne vado fiera". Alla domanda del giornalista se avesse preso in considerazione l'idea di denunciare, la conduttrice monzese ha spiegato l'intenzione di scrivere su un libro tutti i nomi e i cognomi ma che ha desistito dal farlo perché non si sono concretizzati episodi più gravi altrimenti sarebbe scattata la denuncia.

La riconoscenza per Marco Columbro

Non tutto il dietro le quinte della tv è marcio, anzi: sono di più gli incontri che ti svoltano la carriera in positivo come quando incontrò Marco Columbro, "il primo a credere in me", ha sottolineato la Perego, ricordando quando fu chiamata per la sigla del programma Autostop e, a fine puntata, ecco la proposta di condurre assieme a lui. "È stato il mio primo grande maestro e gli sarò grata per tutta la vita. Forse non ha avuto la carriera che meritava, perché Marco è veramente un professionista straordinario. È un mondo che può essere cinico".

Gli attacchi di panico

Oltre agli impegni quotidiani davanti a milioni di telespettatori, Paola Perego ha dovuto fare i conti con il suo privato e la salute che le ha fatto vivere un periodo molto duro, come spiega lei stessa raccontando una gravidanza in cui, per ovvie ragioni, non poteva assumere farmaci contro gli attacchi di panico, uno dei quali proprio "durante il parto che mi ha terrorizzata. Ma poi ti scatta il senso di protezione e in qualche maniera te la cavi. Con i miei figli ho imparato il contatto fisico, che non conoscevo. Mi sono separata che erano piccolissimi e anche se è stato un periodo tosto, oggi mi dico brava: i miei ragazzi sono due persone davvero per bene".

Dopo tanti anni di cure con farmaci e psicoterapia, finalmente, è riuscita a vincere quella tereribile patologia. "Gli attacchi di panico all’epoca erano semplicemente “l’esaurimento nervoso”. Andavi dai medici e ti dicevano che non avevi niente, abbattendoti ancora di più: la mia autostima era annientata", sottolinea. Per anni, dopo un attacco di panico mentre guidava la sua auto, per quattro anni ha deciso di non mettersi più al volante ma non le andava di raccontarlo e inventava "motivazioni fantasiose. Ero la regina delle scuse".

L'attualità e il futuro in tv

Come accennato, la Perego festeggia i 40 anni di carriera con "Ballando" che è un regalo che ha deciso di farsi "per celebrare quel 'qui e ora' che mi sono anche tatuata sul braccio", ha raccontato al Corriere, spiegando di mettere tutto l'impegno possibile ben sapendo di non essere una ballerina professionista. "So di essere un pezzo di legno... Posso solo migliorare". Sottolineando che non ha interessere a vincere il programma perché non è competitiva, il suo sogno è condurre un programma che si occupi di violenza sulle donne. "È un argomento che sento molto vicino. Per il resto mi immagino autrice.

Ho scritto Citofonare e la cosa mi diverte tantissimo, tanto che lo vedo come il mio futuro".

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