“Si nascose dietro a un cespuglio”. Il segreto svelato della regina Elisabetta

Almeno una volta nella vita Elisabetta II avrebbe violato, in maniera piuttosto palese, la neutralità politica, suo tratto distintivo e simbolo della monarchia britannica

“Si nascose dietro a un cespuglio”. Il segreto svelato della regina Elisabetta

Dal 17 al 19 settembre 2025 Carlo III ha accolto a Londra il presidente Donald Trump e la First Lady Melania. Per l’occasione i tabloid hanno ricordato gli aneddoti più curiosi riguardanti le visite in Gran Bretagna dei Capi di Stato di tutto il mondo. Tra questi ve ne è uno di cui si rese protagonista la regina Elisabetta negli anni Settanta. Un episodio rimasto segreto fino a pochi anni fa, che mostra una versione inedita, ma non del tutto incredibile, della sovrana. Elisabetta si sarebbe ritrovata a fare i conti con un ospite non proprio gradito, che definire controverso è puro eufemismo, anteponendo, caso più unico che raro, il suo pensiero e i suoi sentimenti al dovere e all’imparzialità politica.

“Il primo leader comunista” in viaggio ufficiale a Londra

Nel giugno 1978 la regina Elisabetta diede il benvenuto a Buckingham Palace al dittatore romeno Nicolae Ceaușescu (1918-1989) e alla moglie Elena (1947-1989). Si trattò del primo viaggio di Stato a Londra di un leader comunista, ha ricordato la Bbc. Sia la stampa dell’epoca, sia buona parte del popolo britannico considerarono azzardato e inopportuno l’invito del governo di Londra, definendo Ceaușescu “un mostro”, ha riportato Harper’s Bazaar. Il presidente, infatti, era già conosciuto per la politica autoritaria, totalitaria, la megalomania.

Altrettanto noti erano gli eccessi derivanti dal culto della personalità che aveva sviluppato e consolidato con l’ascesa al potere fra gli anni Sessanta e Settanta, in particolare nel 1965, quando ottenne la carica di segretario del partito comunista romeno, nel 1967, con la nomina alla Presidenza del Consiglio di Stato e nel 1974, quando divenne Presidente della Romania.

Il viaggio ufficiale, però, aveva un valore diplomatico ed economico per Londra. “Accadde al culmine della Guerra Fredda”, ha rivelato l’esperto reale Robert Hardman al podcast “Queens, Kings and Dastardly Things” del Daily Mail. “Era Ovest contro Est. Due superpotenze l’una contro l’altra…L’Occidente vide in Ceaușescu uno spirito indipendente, qualcuno disposto a seguire una linea un po’ diversa. [Il presidente] parla[va] molto di creare alleanze commerciali. La Gran Bretagna pensa[va] di poter fare accordi con lui”.

Per la verità le cose non sarebbero state così lineari. In cambio della possibilità di fare affari Ceaușescu avrebbe chiesto una contropartita. Qualcosa di molto importante per rafforzare la sua immagine e che potesse, in qualche modo, garantirgli prestigio di fronte all’opinione pubblica internazionale: “Ceaușescu chiarì che non ci sarebbe stato nessun accordo senza un invito per una visita ufficiale in piena regola, incluso un viaggio a Buckingham Palace per [incontrare] la Regina”, ha puntualizzato Hardman.

La visita sarebbe stato la parte preliminare dei futuri accordi, meglio ancora, la “condicio sine qua non”. Elisabetta II, in quanto Capo di Stato e sovrana del Regno Unito, dovette accettare le decisioni del governo. Si preparò ad accogliere gli ospiti alla Stazione Vittoria, per poi condurli a Palazzo su una carrozza scoperta, mostrando quell’imparzialità che l’ha resa famosa in tutto il mondo e che ancora oggi viene analizzata e portata come esempio per i futuri monarchi inglesi. Quello che le sarebbe passato per la mente prima del viaggio e durante il soggiorno dei Ceaușescu, però, è tutt’altra storia.

“Nascondete gli oggetti di valore”

Sembra che Elisabetta II non tollerasse neppure la vista dei coniugi Ceaușescu. Non era la sola. In una lettera a lei indirizzata l’ambasciatore britannico a Bucarest avrebbe definito la moglie del presidente romeno “una vipera”. A preoccuparla maggiormente, però, sarebbero state delle voci inquietanti giunte dall’Eliseo. Stando a quanto ha raccontato il Daily Mail, quando venne resa nota la notizia dell’imminente arrivo nel regno di un personaggio così divisivo come Ceaușescu, i diplomatici francesi non persero tempo e si rivolsero al governo di Londra, sconsigliando vivamente l’iniziativa.

Il loro suggerimento non sarebbero stato una forma di ingerenza politica, bensì un monito. La Francia, infatti, aveva ospitato il presidente romeno e sua moglie nel 1970, ma la visita sarebbe stata un catastrofe totale nel senso letterale del termine. Il tabloid ha scritto in proposito: “Secondo le indiscrezioni giunte dall’altra parte del canale della Manica, la coppia aveva devastato e distrutto le magnifiche sale diplomatiche in cui era stata ospitata”. Hardman ha aggiunto: “L’alloggio per gli ospiti dell’Eliseo era un disastro”.

Il giornalista, citato da MarieClaire.com, ha aggiunto che la sovrana avrebbe ricevuto perfino una telefonata da Valery Giscard d’Estaing. L’allora presidente francese, oltre a ripetere il monito dei diplomatici, si sarebbe spinto ad aggiungere ulteriori dettagli sulla sventurata visita dei coniugi Ceaușescu a Parigi: “Disse che avevano distrutto l’alloggio. Era stato come se dei ladri vi si fossero introdotti e avessero fatto a pezzi [le stanze]. Non solo. [Nicolae ed Elena Ceaușescu] avevano fatto dei buchi nelle pareti perché erano convinti di essere spiati”.

Harold Wilson, primo ministro britannico in quegli anni, non diede peso agli avvertimenti di Parigi. La visita di Stato doveva essere organizzata al più presto. Così Elisabetta II avrebbe adottato delle precauzioni, come ha rivelato ancora l’esperto: “La Regina prese il telefono e chiamò il responsabile della Casa Reale dicendogli:…Non lasciate nulla di valore [nella Belgian Suite]”, ovvero gli appartamenti che lo staff reale aveva riservato ai due ospiti.

Elisabetta si sarebbe premurata di far togliere tutto ciò che poteva essere spostato, o danneggiato in qualche modo. Secondo le indiscrezioni pubblicate dal Daily Mail, poi, i Ceaușescu non sarebbero stati immuni alla paranoia tipica dei leader dei regimi totalitari neppure a Londra. Una volta arrivati a Palazzo, infatti, si sarebbero convinti di essere spiati dai valletti della Regina, che le loro conversazioni venissero intercettate e, addirittura, i loro abiti fossero “lavati nel veleno”, ha scritto il tabloid.

Dietro al cespuglio

Il delirio dei coniugi Ceaușescu li avrebbe indotti a credere che l’unico posto sicuro per parlare senza il timore di essere ascoltati da orecchie indiscrete fosse il parco di Buckingham Palace. I due avrebbero preso l’abitudine di passeggiare per i giardini del Palazzo conversando tra loro con aria circospetta. Un giorno la regina Elisabetta si sarebbe accorta della loro presenza a pochi passi da lei. In una frazione di secondo avrebbe deciso che non voleva incontrarli per nulla al mondo, nemmeno per senso del dovere. Sarebbe stato lo scatto di ribellione della donna e della Regina di fronte a qualcuno che non avrebbe mai apprezzato.

Il governo, a quanto pare, le aveva imposto quella visita di Stato, ma nessuno poteva costringerla a essere affabile e disponibile con i Ceaușescu anche in privato. Elisabetta, allora, avrebbe fatto qualcosa che, molto probabilmente, non aveva mai osato neppure pensare.

Hardman ha dichiarato. “La Regina raccontò allo scrittore Sir Antony Jay che si trovava nei giardini a passeggio con i suoi corgi, come le piaceva spesso fare”, quando avrebbe notato Nicolae ed Elena Ceaușescu giungere dalla parte opposta. “[Sua Maestà] pensò: ‘Non riesco proprio ad affrontare una conversazione con loro’…Disse di aver deciso di nascondersi dietro a un cespuglio per evitare di rivolgere la parola ai suoi ospiti. Erano terribili. Erano sgradevoli, così privi di fascino. [Elisabetta] non aveva niente da dire loro. Per la prima volta in tutta la sua vita si nascose per evitarli”. Nessuno sa se la coppia presidenziale si accorse di questo presunto, piccolo sotterfugio.

Tra ragione (di Stato) e sentimento

“La Regina ebbe a che fare con tante persone diverse”, ha affermato l’ex segretario agli Esteri Lord David Owen, “ma Ceaușescu fu troppo per lei. Chiarì in maniera inequivocabile che non gradiva quella visita”. Sua Maestà avrebbe compiuto altri gesti relativamente provocatori nei confronti dei coniugi Ceaușescu: “Quando la coppia arrivò”, ha proseguito Hardman, “tutti ne avevano paura, ma a loro non dispiaceva”. Elisabetta, in un atto di “silenziosa ribellione”, avrebbe dato ordine al suo staff di non servire vino di qualità durante la loro visita. Inoltre avrebbe lanciato una piccola frecciata alla coppia durante uno dei pasti, facendo riferimento alla famiglia reale romena, di cui i Ceaușescu avevano vietato la menzione in patria.

Non sappiamo se i fatti si svolsero esattamente in questo modo. Di certo sarebbe stato un comportamento davvero inusuale per la regina Elisabetta. Poco regale, forse, ma comprensibile. La sovrana rispettò il protocollo della visita in pubblico, ma in privato avrebbe scelto di seguire la sua coscienza. Qualcuno potrebbe obiettare che non è possibile essere Regina a metà, solo nelle occasioni ufficiali.

D’altra parte, però, Elisabetta avrebbe sempre provato un’istintiva avversione per la coppia che, ha dichiarato Hardman, guidava “la Romania con pugno di ferro” e in particolare nei confronti di Nicolae Ceaușescu, “lo psicopatico che governava la Romania nel periodo della Guerra Fredda”, ha aggiunto lo studioso. Un sentimento così forte da impedirle di rispettare la regola della neutralità politica.

In ogni caso, ha sottolineato, Hardman, la visita ufficiale sarebbe stata “una farsa”. Gli accordi economici non vennero mai raggiunti. Nel 1989 Ceaușescu venne destituito. Il 25 dicembre di quell’anno il dittatore e la moglie vennero condannati a morte e fucilati.

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