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"Sono gay, non posso diventare padre". Il piagnisteo di Tommaso Zorzi contro il governo

Sui social l'influencer milanese ha criticato il Governo sulle recenti scelte in materia di adozioni nelle famiglie arcobaleno: "Il prossimo passo saranno le unioni civili?"

"Sono gay, non posso diventare padre". Il piagnisteo di Tommaso Zorzi contro il governo

"Devo pagare le tasse come tutti, ho i doveri di tutti, ma non ho gli stessi diritti di tutti". Tommaso Zorzi ha esordito così sui social network per sfogarsi contro le recenti scelte in materia di adozioni fatte dal governo. Non si sa a quale fatto Zorzi si riferisca, se alla sospensione del riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie omosessuali adottata dalla prefettura di Milano o alla bocciatura in Senato del certificato europeo di filiazione, ma l'influencer si è lamentato pubblicamente, piagnucolando (a tratti ride persino) di fronte ai quasi due milioni di follower.

"Io, che sono un ragazzo omosessuale, se domani mi innamoro di un uomo, mi sposo e mi ritengo una persona assolutamente in grado di diventare padre. Anzi, io voglio diventare padre, e in questo Paese non lo posso fare", ha detto Tommaso Zorzi, che poi ha attaccato il Governo apertamente: "Il governo sta dicendo che le coppie formate da due genitori dello stesso sesso, a prescindere da chi siano, se siano brave persone o meno, non sono consone ad essere genitori. Sono due santi scesi in terra? Non possono essere genitori perché uomo-uomo o donna-donna. Perché secondo loro due bambini hanno diritto ad una mamma e ad un papà". Un discorso generalizzato, che ha fatto passare un messaggio decisamente poco chiaro e molto confuso.

Poi si è lanciato in ipotetiche previsioni basate sul niente, come già aveva fatto in precedenza solo per scagliarsi contro il Governo Meloni: "La cosa che mi terrorizza è che, secondo me, il prossimo passo saranno le unioni civili. Ti diranno: 'Però sapete, non siamo d’accordo neanche su questo, perché alla fine per poter chiamare un’altra persona marito devi essere una moglie'. Mi sento male, non mi era mai successo di piangere per una decisione del governo".

Il riferimento a quanto avvenuto in Senato poche ore fa sembra essere più che chiaro. In Senato si è discusso della proposta di regolamento europeo che, se fosse passata, avrebbe permesso a coloro che hanno avuto figli in qualsiasi stato europeo diverso dal proprio di essere automaticamente riconosciuti come genitori anche nel proprio paese, attraverso un "certificato europeo di filiazione". La maggioranza, dunque, non ha detto "no" alle adozioni o ai figli nelle famiglie omogenitoriali, come banalmente sintetizzato da Zorzi, ma ha detto "no" all'imposizione dell'Unione Europea sulla semplificazione di iter, che in Italia ha un altro decorso oltre al fatto che la proposta europea avrebbe legittimato forme di maternità surrogata vietate in Italia già molto prima che il Governo Meloni si insediasse.

L'influencer, dunque, ha scelto di non entrare nel merito della discussione sull'utero in affitto, usando luoghi comuni e lanciando allarmi senza senso al solo scopo di attaccare il governo e - chissà - ricevere qualche like in più.

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