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Riapre a Parigi la villa di Edoardo VIII e Wallis Simpson: sarà un museo

La casa appartenuta all’ex sovrano e che poteva diventare la nuova dimora di Lady Diana aprirà presto le porte al pubblico

Riapre a Parigi la villa di Edoardo VIII e Wallis Simpson: sarà un museo
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La villa di Bois de Boulogne, meglio conosciuta come Villa Windsor, è diventata il simbolo del potere perduto, di un’illusione, di una scelta che ha cambiato drasticamente la vita della monarchia inglese. In quella casa, infatti, abitarono per circa trent’anni l’ex re Edoardo VIII e sua moglie, l’americana Wallis Simpson, la donna per cui aveva abdicato l’11 dicembre 1936. Il loro amore scatenò uno scandalo epocale e fece la Storia, perché la decisione del sovrano spostò l’asse della linea di successione, consentendo a Giorgio VI e a sua figlia, Elisabetta II, di regnare. Ora la casa di Edoardo e Wallis diventerà un museo.

L’ombra di Buckingham Palace

L’ex re e sua moglie, ormai solo duchi di Windsor, invisi alla royal family e al popolo britannico, si trasferirono nella villa di Bois de Boulogne, al 4 route du Champ d’Entraînement, nel 1953. Lì, nel 16esimo Arrondissement crearono una piccola corte a immagine e somiglianza di Buckingham Palace. Quasi una specie di lussuoso mausoleo in memoria della Corona perduta. L’ombra del passato perfettamente riprodotto tra le 14 stanze arredate in stile Luigi XV e Luigi XVI. Alle loro feste partecipavano personaggi illustri come Aristotele Onassis, l’Aga Khan, Elizabeth Taylor e Marlene Dietrich. Addirittura i valletti indossavano le stesse uniformi in uso a Palazzo.

“Una cosa piuttosto patetica”, fu l’opinione dell’allora principe Carlo dopo la visita a Edoardo a VIII, nel 1970. In quella villa Wallis Simpson rimase completamente sola dopo la morte del marito, nel 1972 e vi finì i suoi giorni, nel 1986. Fu Mohammed al-Fayed, su suggerimento dell’allora presidente Chirac, a firmare un contratto di affitto di 50 anni in cambio della ristrutturazione di Villa Windsor. Lo scopo del miliardario egiziano non era solo quello di riportare la casa ai fasti del passato, ma anche possedere qualcosa che lo legasse, seppur indirettamente, alla royal family britannica che aveva sempre ammirato.

Una villa museo

Secondo al-Fayed Villa Windsor doveva essere la residenza di Dodi e Diana dopo l’annuncio del loro fidanzamento. Notizie che non arrivarono mai alla stampa, poiché la coppia morì prima, nell’incidente del Tunnel dell’Alma, il 31 agosto 1997. Ancora oggi nessuno sa che la principessa del popolo amasse davvero il giovane al-Fayed e avesse intenzione di costruire il suo futuro con lui, oppure se quella relazione fosse solo un tentativo per far ingelosire Hasnat Khan, per alcuni l’ultimo vero amore di Diana.

Sembra che la principessa abbia visitato la casa il giorno precedente alla sua scomparsa. Dopo l’incidente Mohammed al-Fayed mise all’asta da Sotheby’s diversi pezzi d’arredamento, tra cui la scrivania su cui Edoardo VIII firmò l’abdicazione (venduta per 415mila dollari). Il ricavato, 23 milioni di dollari, venne destinato alla Dodi al-Fayed International Charitable Foundation. Ora il Comune di Parigi ha affidato alla Fondazione Mansart l’incarico di restaurare di nuovo la villa e aprirla al pubblico. Diventerà un museo entro il 2024. I costi della ristrutturazione sono stimati in 8,7 milioni di euro.

Presto i visitatori potranno entrare di nuovo in quel piccolo mondo nostalgico, dove è rimasta solo la memoria di una coppia che, forse, non è stata completamente felice, poiché sospesa per tutta la vita tra l’illusione di ciò che poteva essere e la desolante realtà.

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