Lultima cintura nera di Aikido la prese a 78 anni; una delle tante che si era meritato praticando le arti marziali. Infatti il conte Pio Filippani Ronconi, scomparso novantenne nel febbraio del 2010, lo si ricorda soprattutto perché fu un grande guerriero. Sarebbe invece ora di scoprirlo come uomo di cultura, liberarlo dallaura maledetta delle scelte giovanili. Anche perché del Fascismo e della RSI in fondo non gli importava «un fico secco» e riconobbe che le SS - nelle quali militò dopo l8 settembre 43 col grado di Obersturmführer - erano cadute «nelle zanne di Lucifero».
Meglio allora dedicarsi al Filippani Ronconi saggista, allorientalista stimato da Henri Corbin e Alessandro Bausani, al traduttore del canone buddista e di testi sacri induisti e islamici. Conosceva 40 lingue, tibetano compreso (Giuseppe Tucci glielo fece imparare in una settimana), insegnava idiomi, letterature, religioni e filosofie orientali e molto altro dalla sua cattedra universitaria. Inoltre era maestro anche di scienze meno accademiche, quelle esoteriche approfondite in compagnia di Julius Evola e degli antroposofi Giovanni Colazza e Massimo Scaligero. Lorientalista guerriero. Omaggio a Pio Filippani Ronconi (Il Cerchio, pagg. 246, euro 25, introduzione di Gianfranco de Turris) è il primo libro che permette unimmagine più completa delluomo e dello studioso. Si tratta di una raccolta di testimonianze di colleghi e allievi, brevi saggi sul suo lavoro.
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