Il personaggio Teatro, cinema, romanzi: è affetto da bulimia artistica

Filippo Timi, Perugia classe 1974, ha iniziato a lavorare in teatro con Pippo Delbono, Bob Wilson, Dario Marconcini e Cesare Ronconi, per entrare poi nel 1996 nella compagnia di Giorgio Barberio Corsetti e, nel 2004, ricevere il Premio Ubu come migliore attore under 30. E' stato tra gli interpreti dello spettacolo teatrale «Il colore bianco» rappresentato a Torino in occasione delle Olimpiadi della Cultura, e autore e interprete del monologo «La vita bestia». Al cinema ha lavorato con Saverio Costanzo nella pellicola «In memoria di me», con Ferzan Ozpetek in «Saturno contro» che l’ha fatto conoscere al pubblico appassionato di cinema, con Giuliano Montaldo per «I demoni di San Pietroburgo», con Wilma Labate per «Signorina Effe», con Gabriele Salvatores per «Come dio comanda». E poi ancora con Marco Belloccio per «Vincere» (dove interpretava Mussolini e per cui ha avuto una nomination all'EFA, Oscar europeo, come miglior attore maschile). Infine «La doppia ora» di Giuseppe Capotondi.

E' anche autore del romanzo «Tuttalpiù muoio» (Ediz. Fandango Libri), scritto insieme a Edoardo Albinati, «E lasciamole cadere queste stelle» (Ediz. Fandango Libri), «Peggio che diventare famoso» (Ediz. Garzanti Libri).

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