Daniele Petraroli
Continua lodissea dei pendolari della Roma-Viterbo. Anche ieri sulla ferrovia regionale ex concessa sono state cancellate 33 corse, 30 nel tratto urbano e tre in quello extraurbano. Inutili le proteste dei passeggeri esasperati. Per lennesima volta e, bisogna constatare, sempre più spesso negli ultimi giorni, sono stati soppressi decine di treni. La motivazione è la stessa di sempre, la mancanza di personale. Macchinisti e, soprattutto, capistazione.
Tutti i giorni, così, la stessa storia. Il picco è stato raggiunto venerdì scorso quando furono quasi 50 le corse annullate. Martedì, poi, lennesima rivolta spontanea dei pendolari. Per protestare contro Met.Ro. nuova pacifica invasione dei binari a piazzale Flaminio che ha causato, però, ulteriori ritardi fermando addirittura un convoglio pieno di persone tra piazza Euclide e lo stesso capolinea romano.
Ma quali sono le cause di una situazione che da critica è diventata addirittura drammatica negli ultimi giorni? La stessa della Roma-Pantano. Il personale si rifiuta di effettuare straordinari quotidiani massacranti (doppi turni praticamente tutti i giorni). Da qui la decisione di incrociare le braccia. Meglio, di lavorare quanto spetta da loro da contratto. Anche perché i capistazione non prendono alcun incentivo sul numero di corse effettuate dai macchinisti e quindi ogni treno in partenza in più per loro è semplicemente un aggravio di lavoro senza corrispondenza economica adeguata. Risultato: decine di corse saltate ogni giorno. Lunica risposta arrivata da Met.Ro. nelle ultime ore è che «a settembre arriveranno nuovi macchinisti». Ma, come Il Giornale spiegava domenica, non saranno operativi, con ogni probabilità, prima di Natale.
«Sono state cancellate anche corse consecutive - ha dichiarato Fabio Desideri, capogruppo della Dc alla Pisana - per la gioia dei pendolari e dei cittadini costretti a lunghissime attese.
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