A nche a me, che non sono mai stato socialista, fa male vedere l’Avanti! finire in questo giro di papponi e faccendieri.
Penso a l’Avanti! di Bissolati ma anche di Mussolini, di Pertini e di Craxi, che pure non disdegnava nani e ballerine, secondo il socialista Rino Formica.
Ho collaborato anch’io, da extraterrestre di destra, a l’Avanti!; non ai tempi di Mussolini, malpensanti, ma di Antonio Ghirelli, gran giornalista e gran signore.
Ma la prima pagina più infame dell'Avanti! non è di Lavitola. Risale al ’53. Alla morte di Stalin, il venerato compagno Sandro Pertini, che fu direttore dell’ Avanti! agli inizi degli anni ’50, celebrò il dittatore in Parlamento, in veste di capogruppo socialista, anche per compiacere il Pci. E ispirò la prima pagina dell’ Avanti! , complice Pietro Nenni (che pure non amava Pertini e lo riteneva un violento iracondo).
Leggiamo le parole di Pertini: «Il compagno Stalin ha terminato bene la sua giornata, anche se troppo presto per noi e per le sorti del mondo. L’ultima sua parola è stata di pace. [...] Si resta stupiti per la grandezza di questa figura... Uomini di ogni credo, amici e avversari, debbono oggi riconoscere l’immensa statura di Giuseppe Stalin. Egli è un gigante della storia e la sua memoria non conoscerà tramonto».
Beh, quel ritratto mai ritrattato da Pertini, neanche
dopo che si seppero tutti i crimini di Stalin,resta la pagina più infame dell' Avanti!.
Certo, sono storie non paragonabili. Ma elogiare una dittatura sanguinaria forse è peggio che pararsi il didietro con l'Avanti!.
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