Perugia - Un blitz della polizia ha portato all'arresto di quattro maghrebini ritenuti vicini alla rete terroristica di al Qaeda. La cellula di matrice jihadista avrebbe svolto, più che altro, attività di proselitismo e addestramento: armi, esplosivi e sostanze tossiche gli "strumenti di lavoro". Sono quattro le persone finite in manette sino ad ora, mentre proseguono le perquisizioni.
Le azioni criminose Secondo l'accusa i quattro arrestati svolgevano addestramento e fornivano dettagliate istruzioni "sulla preparazione e l'uso di materiali esplosivi, sull'uso di armi da fuoco, armi bianche, oggetti atti a offendere, sostanze chimiche nocive, sulla preparazione di silenziatori (per armi da sparo), sugli itinerari consigliati ai mujiahiddin per raggiungere zone di conflitto, su tecniche di combattimento corpo a corpo e in specie su tecniche di agguato e uccisione, su modalità operative per il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo quali il collocamento di esplosivo in luoghi pubblici affollati (come stadi, mercati, università e fermate di autobus), e su nozioni potenzialmente utili per l'organizzazione e l'esecuzione di atti di terrorismo, quali le istruzioni per la guida di un Boeing 747, la realizzazione, l'invio e la lettura di messaggi criptati, l'accesso a siti riconducibili a organizzazioni terroristiche di matrice islamica con modalità tali da eludere le intercettazioni". "Fatti che sono avvenuti a Perugia - secondo gli inquirenti - dall'ottobre 2006 al luglio 2007, in un caso solo dal dicembre 2006 al febbraio 2007".
Applicata nuova norma anti terrorismo La procura di Perugia fa
sapere che l'operazione vede per la prima volta in Italia l'applicazione della norma (articolo 270 quinquies codice penale) introdotta nel 2005 tra le misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale.
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