«Pesche in spiaggia», ultima tappa di un’invasione da più di centomila chili

La pesca in spiaggia, questa volta, non c’entra con i pesci. Ma con il frutto che ha il sapore dell’estate, dolce e succoso. Giallo o bianco. A buccia liscia o vellutata.
Le pesche hanno avuto la loro estate di ribalta: sono state regalate agli italiani in vacanza, mentre erano distesi al sole o intenti a tuffarsi. Più di centomila chili consumati fra i litorali di Lazio, Veneto ed Emilia Romagna ai quali si sommani i 15.000 che saranno consumati nel weekend. L’iniziativa, «Pesche in spiaggia», è stata lanciata dal ministero delle Politiche agricole in agosto per promuovere la frutta di stagione e sostenere la filiera di produzione.
Il progetto è a un passo dal concludersi - oggi e domani toccherà le coste della Sicilia - ma ha già avuto risultati sorprendenti. In tutto 600mila frutti (per ora) degustati (centomila in più rispetto alle previsioni) per un totale di 100.450 chili distribuiti. In Romagna sono stati offerti oltre 80mila chili di pesche e nettarine nelle zone di Cervia, Milano Marittima, Cesenatico e Gatteo. Ovvero nell’area a maggiore intensità turistica, una delle più dense guardando alla presenza di stabilimenti balneari e ombrelloni (in media da 180 a 300 ombrelloni a Bagno). Il record delle pesche mangiate spetta ai bagnanti di Milano Marittima che, nei giorni 13 e 14 agosto, hanno consumato qualcosa come 18.700 chili di frutta. In Veneto sono stati distribuiti 10mila chili di pesche fra Jesolo, Rosolina a Mare, Caorle e Peschiera sul Garda. Sul litorale laziale sono stati coinvolti 40mila turisti fra Montalto di Castro, Ostia Lido e Fregene. Più che soddisfatto il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano: «Il successo ottenuto da questa campagna è la dimostrazione che, lavorando in maniera attenta e mirata, si possono ottenere risultati capaci di superare le più rosee aspettative». Il ministro ha ricordato che la campagna delle pesche è stata una prima risposta a un’ esigenza reclamata a gran voce dagli agricoltori: «Quando pochi mesi fa i rappresentanti dei produttori mi hanno esposto le loro preoccupazioni per gli effetti devastanti che l’allarme sanitario legato all’Escherichia Coli ha avuto sul loro settore, ho pensato che questa iniziativa potesse essere una risposta importante, per quanto non esaustiva e la risposta dei consumatori ne è stata la conferma». Romano ha precisato che l’iniziativa non è nata solo per sostenere finanziariamente il settore dell’ortofrutta: «Abbiamo cercato di trovare il modo di unire le necessità dei produttori con la volontà di promuovere il consumo dei nostri frutti di qualità, di cui pesche e nettarine sono un’eccellente espressione. Il nostro Paese è leader in Europa nell’ortofrutta e non possiamo permetterci che allarmi più o meno ingiustificati mettano a rischio la sua stabilità». Il ministro delle Politiche agricole ha concluso promettendo altre iniziative: «Pesche in spiaggia è solo uno dei progetti del piano d’azione che il mio ministero ha messo a punto con l’intento di potenziare sicurezza e qualità nell’ortofrutta, il vero Made in Italy nel mondo».
L’allarme per il batterio killer a inizio estate aveva fortemente ridotto la domanda di frutta dei Paesi esteri, «a soffrirne sono state le esportazioni. La Germania - ha detto il ministro - aveva ridotto drasticamente le richieste di ortaggi e frutta». Ogni anno in Italia si staccano 1,5 milioni di tonnellate di pesche, un raccolto pari a un guadagno di 700 milioni di euro. Quest’anno l’invenduto è salito vertiginosamente, si parla del 20 per cento. La conseguenza è stata che i prezzi alla produzione sono scesi in picchiata fino a sfiorare i 20 centesimi al chilo per le nettarine e i 24 per le pesche. Prezzi più che dimezzati rispetto allo scorso anno.

Addirittura le pesche sono vendute al di sotto del costo di produzione, per rientrare dalle spese un coltivatore dovrebbe incassare almeno 45 centesimi al chilo. Due chili di pesche non fanno un caffè. Da qui la protesta degli agricoltori e l’iniziativa, supportata anche dai Consorzi, di promuovere le pesche di qualità regalandole.

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