Peschiera puzza ma c’è odore di presa in giro

Piccole storie italiane. Da qualche giorno a Peschiera Borromeo circola un’aria pesante. Nel senso vero della parola. Pesante, puzzolente, preoccupante. L’hanno usmata tutti e allora che fa un cittadino normale? Prova a telefonare al Municipio o Comune chiedendo di parlare con l’ufficio ecologico e affini per avere notizie, chiarimenti in merito. Saranno le fogne? Sarà lo stallatico? Sarà qualche animale in putrefazione? Saranno miasmi di fabbriche?
Telefonata con solito intervallo musicale, però breve, il centralinista è cortese, reattivo, già questa è una notizia. Peschiera cerca di essere un’isola felice ma negli ultimi tempi il continente metropolitano la sta contagiando con tutte le sue malattie tipiche, scriteriati lavori in corso, indisciplina del traffico, superstress della polizia municipale. Ritorno alla telefonata: risponde un impiegato, tecnico, dirigente, non si sa mai perché mai nessuno ha il coraggio di presentarsi. «Sono impegnato con un utente, richiami tra cinque minuti». Richiamo, l’utente se ne è ito e allora il dipendente comunale viene informato dell’inconveniente che è avvertito dalle parti del Municipio stesso. «Possiamo incontrarci, vederci, così capiamo di che cosa si tratta», è la risposta imprevista ed imprevedibile dell’impiegato, tecnico, dirigente di cui sopra. Incontrarci? Vederci? Ma per che cosa? Per mettere a confronto due nasi? «Sì e visto che lei vuole metterla sulla polemica allora mi mandi una e mail con la quale espone i fatti e fa richiesta scritta».


Mi rendo conto che i problemi veri sono altri, mi rendo conto che dopo le ferie il lavoro è raddoppiato, mi rendo conto che l’odorato ha i suoi diritti ma sinceramente non avevo previsto, a Peschiera Borromeo non a Los Angeles, di dover scrivere una e mail per spiegare che l’aria puzza. Ad majora, turandosi il naso anche quando si vota.

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