Il peso della manovra: 635 euro a famiglia

Pagare oggi per avere una speranza domani. La filosofia della manovra «montiana» è molto simile a quella di Pascal: ci si comporta bene, si fanno i «compiti a casa» e ci si augura di essere premiati con quei diritti che fino a pochi giorni fa costituivano una certezza dogmatica per molti. L’unica certezza, però, è che bisognerà pagare di più a partire dal prossimo primo gennaio.
I conti in tasca
La manovra salva-Italia peserà sui 25 milioni di nuclei famigliari italiani per un importo medio pari a 635 euro. È il conto della Cgia di Mestre secondo la quale dai 30 miliardi del decreto legge bisogna escludere i 10 miliardi per lo sviluppo e i 4 miliardi di conferma delle agevolazioni fiscali computando perciò i 16 miliardi di maggiori entrate. Prendendo in considerazione anche le manovre estive del governo Berlusconi, aggiunge la confederazione degli artigiani, la «stangata» complessiva raggiungerà nel quadriennio 2011-2014 i 6.402 euro.
Ici, o cara
La reintroduzione dell’Ici sottoforma di Imu potrà incidere fino a 4mila euro per famiglia. Oltre l’80% delle famiglie ha una casa di proprietà. Un appartamento di 80 metri quadri in una zona semicentrale di una grande città potrebbe essere tassato 440 euro come prima casa e circa 1.216 se seconda abitazione.
I tormenti della classe ’52
Per i nati del 1952 il sessantesimo compleanno sarà meno felice del previsto. È la classe più penalizzata dalla riforma delle pensioni perché rischierà di lavorare fino a cinque anni di più dei «fortunati» nati nel 1951. In realtà bisogna considerare l’età di ingresso nel lavoro: i nati nel ’52 che hanno cominciato a lavorare nel ’75 l’anno prossimo avrebbero potuto ritirarsi avendo raggiunto nel 2011 i 36 anni di contributi. Le nuove regole che alzano l’asticella a 42 anni di contribuzione per gli uomini e 41 per le donne penalizzano proprio la classe ’52 che ora dovrà attendere quanto meno il 2017. In realtà, gli ultracinquantenni che sono entrati nel mondo del lavoro dopo il 1975 o comunque dopo i 25 anni di età troveranno sempre meno possibilità di uscita anticipata dalla propria occupazione (fatti salvi i lavori usuranti). D’altronde, la manovra - oltre alla «mazzata» dell’Ici - punta proprio sulle pensioni per fare cassa con un risparmio a regime di 15 miliardi di euro.
Venti euro al mese
Il blocco della rivalutazione delle pensioni per gli importi superiori a 935 euro produrrà una perdita di circa 20 euro mensili per gli assegni da 1.000 euro. Il calcolo della Cgia di Mestre ipotizza un tasso di inflazione per il 2012 al 2,7% e un congelamento totale delle indicizzazioni oltre i 935 euro e non solo sulla parte della pensione che eccede questa cifra. La perdita sale a circa 40 euro mensili per le pensioni da 26mila euro lordi e circa 50 euro per quelle da 39mila euro.
La minaccia del caro-vita
C’è un rebus che non è stato ancora risolto: i 4 miliardi della delega fiscale per il 2012. Se quella cifra non sarà reperita altrimenti, scatterà dal prossimo settembre l’aumento di due punti percentuali delle aliquote Iva sia la massima del 21% sia quella intermedia del 10 per cento. Con conseguente impennata dell’inflazione perché al 10% attualmente sono tassati beni di prima necessità come carni, salumi, pesce, zucchero, riso, cacao, biscotti, cioccolato, acque minerali e birra. Imposta del 10% anche per energia (luce e gas), alberghi, trasporti, cinema e prodotti farmaceutici.

Le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra perché temono aumenti del costo della vita fino a 270 euro a famiglia.
Nautica in «crisi»
La tassa di stazionamento sui posti barca avrà un gettito di 285 milioni di euro, con un «impatto violentissimo» sulla nautica da diporto. È l’allarme lanciato da Ucina-Confindustria Nautica.

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