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Il pesto doc va in crisi grandine distrugge il basilico

Gli agricoltori: «Ormai addio raccolto»

da Genova

Ingenti i danni alle serre del basilico genovese di Prà, varietà ritenuta di particolar pregio soprattutto per la preparazione del pesto, dopo le due grandinate che si sono abbattute sul capoluogo ligure e in particolare nel ponente cittadino, dove sorge il Parco del basilico.
I volontari della protezione civile della Regione hanno lavorato per aiutare i produttori a rimuovere i vetri rotti dalle coltivazioni, mentre si avanzano le prime stime, che vedrebbero ammontare il danno a quattro milioni di euro.
Circa l'80% della serre che producono basilico nella piana Podestà - ha spiegato un responsabile dei volontari Massimo Galardi - sono state colpite. In particolare ha spiegato, «i grossi chicchi di grandine che sono piovuti ieri mattina hanno infranto vetri da 6 millimetri, particolarmente resistenti». A finire di rovinare le coltivazioni è poi intervenuta la grandinata della notte scorsa.
Il basilico di Prà, insieme a tutto quello coltivato in Liguria, è una produzione a Denominazione di origine protetta (Dop), una battaglia di tutela che ha visto il disco verde da parte dell'Unione europea nel luglio del 2004, dopo sette anni di battaglie e di iter burocratico, per un settore che vede impegnati circa 120 produttori nella provincia di Genova.


«Di basilico esistono una sessantina di varietà, ma quello di Prà, dalla foglia piccola e delicata e dall'aroma più intenso è quello che preferisco», spiega Giampaolo Belloni chef del celebre ristorante genovese Zeffirino che Frank Sinatra raggiungeva in elicottero da Nizza per gustare il suo pesto.

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